LAMEZIA TERME Ci sono report e report. Se quello di Mario Oliverio non ha detto molto, quello dell’Enac per il 2017 – online da giovedì sul sito dell’ente – fissa in 63 milioni di euro gli investimenti destinati all’aeroporto di Lamezia Terme per il quadriennio 2016-2019. Queste le cifre riportate nel documento sullo stato d’attuazione degli investimenti aeroportuali in Italia: 31,5 milioni sono a carico del gestore, la parte rimanente spetta al finanziamento pubblico. Una grossa dotazione finanziaria, dunque, destinata, come si vede dalla tabella che pubblichiamo in basso, per la maggior parte all’ampliamento del terminal (50 milioni).
Poi c’è lo stato dell’arte, che vede l’aeroporto di Lamezia come unico “superstite” certo tra gli scali calabresi, in attesa che arrivi a conclusione la gara per la gestione indetta, non senza intoppi, dalla stessa Enac.
I dati di traffico segnano per gli aeroporti del bacino della Calabria hanno registrato nel 2015 circa 3 milioni di passeggeri, concentrati quasi esclusivamente sullo scalo di Lamezia Terme (2,3 milioni). «Negli ultimi dieci anni – si legge nel report – è stata registrata per l’aeroporto di Lamezia Terme una crescita pari a un tasso medio del 6% annuo, che ha portato quasi al raddoppio del numero dei passeggeri nel periodo considerato. Negli ultimi anni, il traffico sullo scalo di Lamezia è stato prevalentemente costituito dalla componente nazionale (83%), con destinazione prevalente Roma Fiumicino. Il traffico cargo presso il medesimo aeroporto non può dirsi sviluppato e i dati osservati nell’ultimo decennio evidenziano un calo delle tonnellate movimentate pari al 3%, con un tasso medio annuo di decrescita del 7%».
Note dolenti: «La distribuzione del traffico nel bacino della Calabria, pur in presenza di tre scali ben distribuiti sul territorio, non presenta una sufficiente specializzazione. Le prospettive di sviluppo, in ragione del quadro di riferimento europeo delineato in precedenza, portano a ritenere che il bacino di traffico della Calabria potrebbe generare una domanda di circa 5 milioni di passeggeri/anno all’orizzonte temporale del 2030». Ma l’analisi del sistema dei trasporti nel suo complesso è negativa: «L’insufficiente accessibilità ai poli di interesse turistico e alle aree interne, gli eccessivi tempi di viaggio e l’inefficienza dei sistemi di trasporto, soprattutto in chiave di interscambio, determinano una perdita di competitività delle imprese ed in generale dell’intera economia delle aree del Sud, anche in termini di attrattività turistica e commerciale. La maggiore criticità è rappresentata dalla scarsa accessibilità ai poli aeroportuali da parte dell’utenza, misurabile in tempi eccessivi di percorrenza e carenti livelli di servizio negli spostamenti. A un’adeguata dotazione aeroportuale – in conclusione – non corrispondono sul territorio adeguati nodi di collegamento, condizione che limita la potenzialità di sviluppo degli scali».
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