SAN FLORO Sono bastati appena quattro mesi a Stefano Caccavari e alla sua squadra per dare vita ad un sogno chiamato “Mulinum”. Il giovane imprenditore di San Floro, in provincia di Catanzaro, che già aveva fatto parlare di sé per l’idea degli orti di famiglia, nei mesi scorsi aveva lanciato un’altra proposta, quella di costruire un mulino in pietra che, mantenendo la tradizione e utilizzando solo farine biologiche di produttori locali ottenute da grani antichi, potesse creare economia.
A queste latitudini, in tanti, l’avevano bollata come una follia o al massimo un’utopia giovanile. Ma già la prima fase del progetto, quella della raccolta dei fondi tramite il web, aveva raccontato una storia diversa: oltre 100 soci per un capitale sociale di 500mila euro, reperiti in pochissimo tempo, aveva dato il via, centoventi giorni fa, alla costruzione del mulino.
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La struttura ha quindi preso forma in fretta, anche grazie alle istituzioni che, come dice lo stesso Caccavari, hanno ridotto al minimo le lungaggini burocratiche. Ma solo questo è stato l’intervento delle istituzioni alle quali l’azienda agricola “Il Mulinum” non ha chiesto un euro per realizzare il proprio intento.
E nessun aspetto è stato trascurato: la struttura che ospita due mulini in pietra a motore è stata costruita interamente in bioedilizia, è stata creata e finanziata una di coltivatori di grano che utilizzano solo grani antichi per circa 200 ettari complessivi. Il grano, una volta trasformato in farina, sarà poi trasformato in prodotti da forno direttamente in loco.
Ci sarà spazio anche per una piccola pizzeria, anzi «più una sala degustazione», dice Caccavari, dove verrà prodotta la prima pizza il cui impasto è creato grazie a farine biologiche certificate: «Non è facile trovare dei bravi pizzaioli che sappiano trattare nel modo corretto queste farine, ma entro il prossimo 19 marzo taglieremo anche questo, importantissimo, traguardo».
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it
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