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L’atto d’amore che i partiti dovrebbero compiere per Catanzaro

La propaganda mediatica indica Abramo come l’uomo al comando di una coalizione che viene data, al momento, come vincente delle prossime amministrative a Catanzaro. Secondo l’interessato «per comple…

Pubblicato il: 01/02/2017 – 9:07

La propaganda mediatica indica Abramo come l’uomo al comando di una coalizione che viene data, al momento, come vincente delle prossime amministrative a Catanzaro. Secondo l’interessato «per completare l’opera di riqualificazione della città». Ma il sindaco che ha governato ininterrottamente da tre legislature e che si propone per la quarta, è sospettato di essere scivolato su una buccia di banana: la Procura della Repubblica sospetta che sia tra coloro che avrebbero manovrato con alcuni del comando della Polizia municipale per far sparire multe per infrazioni al codice della strada contestate a diversi “amici degli amici”.
Nonostante ciò (anche se nel nostro ordinamento giudiziario prevale sempre la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva), si ritiene che tutto questo non conta, tanto i cittadini lo sosterrebbero a prescindere. C’è anche da dire che la bufera giudiziaria evidentemente non lo preoccupa perché probabilmente potrà dimostrare la sua innocenza riguardo ai fatti contestategli. Ecco perché continua a ragionare sulla sua candidatura e sulla nuova Giunta che, stando ai si dice, interesserebbe anche il Cdu di Mario Tassone, fermo restando che il grosso del consenso sarebbe determinato dal suo partito, Forza Italia, capitanato in provincia di Catanzaro da Domenico Tallini per il momento solo consigliere regionale e consigliere comunale ma con il pensiero rivolto al Parlamento. Dicono che sia lui ad avere in mano il destino di Abramo anche se, negli ultimi tempi, qualche piccola scossa di terremoto c’è stata, quando Tallini ha fatto intendere di aver modificato le sue valutazioni su Abramo. Ma queste cose possono svanire nello stesso modo in cui sopraggiungono: in un battere di ciglia.
Su Abramo pesa come un macigno anche quel macroscopico errore fatto di recente quando ha costretto alle dimissioni il presidente dell’Amc (l’azienda di trasporto pubblico), Rosario Colace, senza considerare che era stato l’unico amministratore che era riuscito a sanare il bilancio dell’Azienda storicamente chiuso con forti passività. Perché Abramo l’abbia fatto, ponendosi anche in contrasto con i sindacati e con una buona parte del Consiglio comunale, non è dato sapere. Tuttavia sembra che sia stato spinto da risentimento personale in quanto avrebbe gradito ad essere lui a partecipare ai dipendenti dell’Amc l’aumento di livello. Se così è si tratterebbe di un mero interesse elettorale personale che gli avrebbe fatto venire meno la possibilità di ingraziarsi i dipendenti dell’Amc e delle loro famiglie e, quindi, la speranza di essere ripagato con le preferenze alle elezioni.
Fin qui una panoramica sul pettegolezzo politico a Catanzaro che riguarda sostanzialmente Abramo anche perché, allo stato, è l’unica candidatura che è data per certa.
C’è anche un raggruppamento di consiglieri comunali di opposizione che, pur provenendo da varie aree ideologiche, agita le acque della contestazione e si ritrova a sostenere il “no” ad Abramo, reo, a loro parere, non solo di non aver realizzato per intero il programma, quanto di aver fatto passare come straordinari lavori di normale amministrazione.
Così si presenta la vigilia della campagna elettorale. Poca cosa per una città che deve recuperare in prestigio e nel tempo inutilmente perduto in modo da offrire ai suoi abitanti servizi e opere che non sono state mai realizzate relegando colpevolmente il capoluogo agli ultimi posti per vivibilità.
Stante, però, così le cose il rischio che per il prossimo quinquennio Catanzaro si debba accontentare della “stessa spiaggia e dello stesso mare” è veramente alto. Nulla di nuovo tranne una classe dirigente sfrontata, che si sta riproponendo come se le critiche le scivolassero addosso.
È di questo che ha bisogno la città? Siamo sicuri che i catanzaresi vogliono riconsegnare nelle mani di quel manipolo di manovratori politici il futuro che si prevede asfittico dai tanti problemi insoluti, molti dei quali a cominciare dalla riqualificazione del centro storico peggiorato fino a diventare negletto e dell’Ospedale Pugliese che si sta impoverendo sempre più quanto a professionalità prestigiose, sempre più condizionato dal vortice di politiche spesso persino dissennate il cui obiettivo è solo il contenimento della spesa corrente?
E allora la reazione a quest’andazzo è il ricorso ad una iniziativa nuova, coraggiosa. Un’idea che coinvolge tutti i partiti e che potrebbe essere un gesto storico di assunzione di responsabilità, se non anche un atto d’amore verso Catanzaro cui rimane solo il pennacchio di capoluogo della Calabria. Il pensiero corre verso una soluzione tanto dirompente quanto efficace: abdicare, per una volta, agli interessi di parte per aiutare Catanzaro. Una decisione il cui valore storico, oltre che politico, restituirebbe dignità e prestigio a chi è impegnato in politica più di quanto gliene possa dare il consenso personale. Un gesto eclatante che non ha precedenti nella storia recente del Paese e che darebbe la possibilità ai partiti di riscattarsi dal sospetto di personalismi e di clientele: tutti uniti in una sola lista per la rinascita di Catanzaro.
C’è un unico precedente nel Paese e risale al 1944 suggerito da Palmiro Togliatti quando, sbarcato a Napoli dopo un lungo esilio in Unione Sovietica, indicò la formazione di un nuovo governo espressione di tutti i partiti antifascisti. Fu quello l’inizio di una nuova fase della vita politica italiana. Poi ci pensarono altri a impoverirlo e a ridurlo, come spesso accade, ad un laboratorio di interessi in cui la politica può costituire anche un mezzo di arricchimento.
Replicarlo per Catanzaro. Questa è la proposta. Realizzare una giunta comunale con i rappresentanti di tutti i partiti raggruppati nella medesima lista. Un gruppo esplicitamente legato per dire ad alta voce che lo scopo è quello di rilanciare la città, elevando ad alti margini il valore della politica che, purtroppo, sempre più di frequente si è manifestata come malapolitica trovando linfa nella clientela come sistema per attribuirsi il consenso, quando non anche per raggiungere altri obiettivi.
Lo scopo è di concorrere a formare un governo locale per assecondare le aspirazioni di Catanzaro. E, a differenza di settanta anni fa, questa volta si tratterebbe di realizzare un governo locale con la partecipazione di uomini, in rappresentanza dei vari schieramenti, accomunati dalla volontà di far superare a Catanzaro il gap esistente con le altre città calabresi realizzando quanto di meglio c’è da fare per farla ritornare a vivere. Progettare una città a misura d’uomo significa, prima di tutto, non imporre nulla, ma saper ascoltare i cittadini e tener conto di come sta cambiando l’economia, la tecnologia e, di conseguenza, la struttura stessa della città e il suo rapporto con l’ambiente.
Ai partiti si chiede che compiano un atto d’amore verso Catanzaro abbandonando gli interessi di parte per ripagare i catanzaresi del sostegno finora ricevuto.
Assisteremo mai ad un gesto così dirompente e di alta sensibilità?

*Giornalista

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