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Parte da Reggio il progetto pilota sul "whistleblowing"

REGGIO CALABRIA Comprendere, partecipare, comunicare la figura del “Whistleblower”. È partito dal liceo statale delle scienze umane “Gullì” di Reggio Calabria il progetto pilota realizzato in colla…

Pubblicato il: 03/02/2017 – 15:49
Parte da Reggio il progetto pilota sul "whistleblowing"

REGGIO CALABRIA Comprendere, partecipare, comunicare la figura del “Whistleblower”. È partito dal liceo statale delle scienze umane “Gullì” di Reggio Calabria il progetto pilota realizzato in collaborazione tra con l’obiettivo di individuare la traduzione italiana del termine “whistleblower”. «L’idea del progetto pilota – è detto in un comunicato dell’Anac – era stata lanciata dal presidente Raffaele Cantone il 22 giugno scorso alla presentazione del primo monitoraggio italiano sul “whistleblowing” e il prototipo di un’applicazione per la gestione delle segnalazioni di illeciti. Un istituto nuovo ed estraneo alla nostra cultura, secondo il presidente Cantone, al punto che nel vocabolario della lingua italiana non vi è nemmeno una parola per indicare il segnalante. Proprio per facilitare la “nazionalizzazione” dell’istituto e farlo conoscere ai giovani, il Ministero per l’Istruzione ha proposto all’Anac di lanciare un concorso di idee per la ricerca del nome da dare al “whistleblower” nostrano, aperto agli studenti delle scuole superiori. Inizialmente i soggetti coinvolti nell’iniziativa sono tre istituti scolastici di secondo grado, uno del nord (Lombardia), uno del centro (Lazio) e uno del sud Italia (Calabria), che avessero già fatto “percorsi di legalità”. Il primo workshop specifico si è svolto nella scuola di Reggio Calabria, utilizzando la piattaforma internet diariodellalegalita.it, che consente agli studenti di comunicare tramite chat e condividere i contenuti. Con questo primo progetto pilota si vogliono creare i tutor per altri progetti mirati su altre tematiche di educazione alla legalità realizzando percorsi di progettazione partecipata. I giovani studenti, infatti, diventano portavoce dei temi oggetto del percorso di educazione alla corresponsabilità». «Si potranno creare, in questo modo – conclude la nota dell’Autorità nazionale anticorruzione – significativi collegamenti tra mondo della scuola e delle istituzioni per sviluppare una comunità sensibile alle tematiche della convivenza civile e dell’educazione alla cittadinanza. Saranno gli studenti a votare i migliori lavori».

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