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«Sul Credito sociale operato della Regione corretto»

Gentile direttore,sento il dovere di una precisazione sulle informazioni rese dal Corriere della Calabria sul Credito Sociale gestito da Fondazione Etica, oggetto dei recenti provvedimenti della Pr…

Pubblicato il: 04/02/2017 – 10:45
«Sul Credito sociale operato della Regione corretto»

Gentile direttore,
sento il dovere di una precisazione sulle informazioni rese dal Corriere della Calabria sul Credito Sociale gestito da Fondazione Etica, oggetto dei recenti provvedimenti della Procura della Repubblica.
Nella mia qualità di ex-dirigente generale del dipartimento Sviluppo economico e Lavoro della Regione Calabria (non lo sono più dall’agosto 2016 e sono attualmente dirigente del Settore Urbanistica) ho dovuto, com’è noto, durante il mio mandato fronteggiare l’esplosione dello scandalo di Fondazione Etica e del Credito Sociale, adottando una serie di atti di autotutela, nell’interesse dell’Amministrazione, per riaffermare la legittimità amministrativa e per garantire la Regione Calabria da ulteriori danni economici derivanti dall’irregolare utilizzo di fondi comunitari e regionali, in coerenza con il più volte riaffermato orientamento del Presidente Oliverio e della Giunta Regionale di contrasto deciso ad ogni forma di abuso da parte degli Enti “in-house” della Regione, e sempre d’intesa con i Commissari della Fondazione Dr. Carmine Barbaro e Prof. Valerio Donato.
Richiamo in proposito gli esiti della Commissione interna d’indagine, gli atti di annullamento degli affidamenti irregolari a Fondazione Etica, la revoca del Progetto Credito Sociale ed il suo riaffidamento a Fincalabria: tutti provvedimenti adottati autonomamente dalla Regione a firma del sottoscritto, indipendentemente dalle indagini contemporanee della Procura che hanno poi portato a ripetuti provvedimenti penali.
Uno dei provvedimenti di autotutela assunti dal sottoscritto, con decreto n. 998 del 12/2/2016, ha riguardato la revoca del Comitato di Gestione del Credito Sociale, istituito con precedente decreto n. 3251 del 21/3/2014, con il quale era stato costituito questo organismo, composto da 4 professionisti esterni alla Regione, individuati direttamente dall’ex-Assessore Regionale Salerno senza procedura di evidenza pubblica, e con un costo retributivo elevato a carico del Fondo sul Credito Sociale affidato alla Fondazione Calabria Etica, con le seguenti motivazioni:
– la carenza di procedura di evidenza pubblica nella individuazione dei professionisti;
– le evidenti criticità di gestione ed attuazione del Credito Sociale, evidenziata dall’indagine giudiziaria in atto;
– la previsione indebita di durata triennale del contratto con i professionisti, che andava ben oltre il limite di ammissibilità del finanziamenti FSE al 31/12/2015 e dell’affidamento a Fondazione Etica che contrattualizzava i professionisti, con conseguente danno economico ingiusto a carico della Regione Calabria.Su tale provvedimento di autotutela i componenti del Comitato di Gestione hanno presentato ricorso al TAR Calabria, che il 27 gennaio scorso ha incredibilmente deciso l’annullamento del Decreto per “carenza di motivazioni” e ritenendo “non pertinente” il richiamo alla mancata procedura di evidenza pubblica, condannando persino la Regione a risarcire 2.500 euro ai ricorrenti per il danno patito. Una decisone, alla luce delle determinazioni della Magistratura Penale, davvero sorprendente, e che sarà ovviamente oggetto di ricorso al Consiglio di Stato da parte della Regione Calabria per l’annullamento di tale improvvida determinazione.
Questi i fatti, riportati puntualmente dal “Corriere della Calabria” a firma di Pietro Bellantoni in data 30/1/2017 con il titolone “Prestiti ai più poveri, il Tar boccia la Regione”, articolo che piuttosto che riferire i fatti oggettivi della decisione del Tar, si abbandona a valutazioni etiche di scorrettezza dell’operato della Regione e del danno che il provvedimento del sottoscritto avrebbe prodotto ai poveri calabresi, bloccando per un anno la possibilità di ottenere il credito, contestando il successivo affidamento del sottoscritto del Progetto “Credito Sociale” a Fincalabra a seguito della revoca dell’affidamento a Fondazione Etica ed a CooperFin, e prefigurando nei fatti un danno erariale a carico del sottoscritto per l’atto di autotutela assunto. Concludeva l’articolo “Il credito sociale adesso è pronto per ripartire” (sic!).
Sono onestamente rimasto trasecolato dal contenuto dell’articolo, oltre che dalla decisione del Tar, in considerazione della nota evidenza dell’indagine della magistratura su Fondazione etica e sul Credito sociale, che puntualmente dopo appena 2 giorni dall’articolo ha prodotto il terremoto giudiziario che è stato ampiamente riportato dal “Corriere”, rilevando le gravissime irregolarità della gestione del Credito Sociale, e che ha prodotto tra l’altro l’iscrizione nel registro degli indagati di tutti i componenti del Comitato di Gestione del Credito Sociale beneficiari della clamorosa sentenza del Tar di due giorni prima.
In data 3 febbraio, con altro articolo sul “Corriere”, a firma di Alessia Truzzolino, vengono riportate le motivazioni dell’indagine a carico dei componenti del Comitato di Gestione, richiamando le criticità degli atti prodotti e l’illegittimità della nomina degli stessi senza procedura di evidenza pubblica, con grave e ingiusto aggravio di costi per la Regione Calabria. Le stesse motivazioni che avevano indotto il sottoscritto ad adottare il provvedimento di revoca in autotutela del febbraio 2016 sanzionato dal Tar come illegittimo!
Ovviamente saranno le successive indagini che accerteranno la sussistenza effettiva dei fatti contestati sul piano penale. Mi sarei però aspettato almeno un atto di ripensamento e di rettifica all’ingiusto attacco che era stato rivolto alla mia persona ed alla Regione appena 3 giorni prima, essendo evidente che il sottoscritto aveva già da un anno tentato di tutelare la Regione da un danno ingiusto. Ma nulla di tutto ciò: è forse evidente che le ragioni della “vis polemica” siano maggiori della correttezza informativa.
Allora la topica è di Bellantoni il 30 gennaio o di Truzzolino (e della Procura della Repubblica) il 3 febbraio? E’ forse esagerato attendersi un “ci scusiamo” o “ci siamo sbagliati”? Non per me, ma per l’opinione pubblica e per la trasparenza dell’informazione giornalistica.

Antonio De Marco
Dirigente Regione Calabria
Già dirigente generale del dipartimento Lavoro

Prendiamo atto della precisazione del dott. De Marco ma, francamente, non capiamo i motivi per i quali dovremmo scusarci. Bellantoni prima e Truzzolillo poi hanno semplicemente riportato i contenuti di una sentenza del Tar (e chi siamo noi per contestare un tribunale?) e di un’ordinanza di custodia cautelare firmata da un gip. Abbiamo, cioè, fatto il nostro dovere di cronisti e proprio per questo non crediamo di dover porgere scuse o ammettere errori che non abbiamo commesso. Se De Marco ha rintracciato contraddizioni tra le pronunce di Tar e gip, è proprio a questi due ultimi organi giudiziari che dovrebbe muovere le sue contestazioni, non certo al Corriere della Calabria.
Ps. De Marco rivendica l’annullamento in autotutela dell’incarico al Comitato di gestione e l’affidamento a Fincalabra. Sarebbe bello se dicesse anche quanti fondi, da quel momento in poi, sono stati erogati ai calabresi meno abbienti.  

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