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«Vi racconto il divorzio da Scopelliti»

Fausto Orsomarso è pronto a una nuova sfida. Reduce da una settimana passata a Roma, tra Montecitorio e la sede di Fratelli d’Italia, il consigliere regionale va dritto al punto: «L’esperienza con …

Pubblicato il: 04/02/2017 – 10:05
«Vi racconto il divorzio da Scopelliti»

Fausto Orsomarso è pronto a una nuova sfida. Reduce da una settimana passata a Roma, tra Montecitorio e la sede di Fratelli d’Italia, il consigliere regionale va dritto al punto: «L’esperienza con Azione nazionale, di cui sono stato portavoce, si è esaurita dopo che qualcuno (Alemanno, ndr) ha deciso di andare con Storace per fondare un altro piccolo partitino. Adesso si riparte con Giorgia Meloni».

Non che Fratelli d’Italia, il suo nuovo partito, veleggi su percentuali così alte…

«Io credo che Fdi sarà la sorpresa in positivo delle prossime elezioni. L’approdo in questo partito è naturale per la vicinanza a Meloni, ma soprattutto per la stessa comune visione su economia e questione meridionale».

Il dato più importante di questa scelta è il divorzio da Peppe Scopelliti…

«È vero, dopo 25 anni di comune militanza politica abbiamo intrapreso strade diverse. Ma ciò non cambia il mio giudizio sui risultati politici portati a casa dall’ex governatore. Tra l’altro non dimentichiamoci che è stato tra i pochissimi politici a dimettersi in silenzio, senza polemizzare, dopo una sentenza a lui sfavorevole».

Se c’è tutta questa comunanza di vedute allora perché le vostre strade si sono divise?
«Francamente non ho ben compreso la sua scelta di investire sulla fusione tra An e il partito di Storace. Se c’è un leader a destra riconosciuto questa è Giorgia Meloni. Poi, certo, all’impegno politico di ognuno va portato rispetto. Ma proprio per il rapporto che c’è tra noi ho potuto dire a Scopelliti di non condividere la scelta». 

Insomma, si è chiusa un’epoca politica. I ragazzi usciti dal “ghetto” e arrivati nelle stanze della politica che conta viaggiano ormai in ordine sparso…

«Io credo che il sipario sia stato abbassato molto prima, quando è stata sciolta Alleanza nazionale. Il Pdl ha rappresentato, almeno nella fase iniziale, un esperimento importante di partito laico dove convivano esperienze diverse».

Lei è transitato anche nel Nuovo centrodestra e poi si è candidato alle Regionali con Forza Italia…
«Quella di Ncd non può essere definita un’esperienza essendo rimasto lì per pochissimo tempo. Quanto a Forza Italia, mi sono candidato in quel partito accettando una pressante richiesta che arrivava dalla coordinatrice Jole Santelli e per dare seguito alla collaborazione in atto al Comune di Cosenza».

Con Fratelli d’Italia tenterà la scalata al Parlamento?

«Non ho mai fatto politica guardando solo ai miei interessi. L’obiettivo è quello di fornire un contributo di idee, immettendo nel partito forze fresche. Sono fortemente convinto che Meloni raccolga un sentimento di speranza per la ricostruzione del Paese dopo le macerie lasciate da Renzi».

Cambierà il profilo dell’opposizione in consiglio regionale?

«Rappresentando un partito è chiaro che ci faremo sentire di più. Valuteremo sui fatti l’azione di Oliverio e della sua giunta, senza sconti ma con la consapevolezza che l’onere di governare tocco a loro perché così hanno deciso i calabresi nel 2014». 

È sorpreso dall’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex assessore regionale Salerno e di altri protagonisti della passata legislatura, quando il centrodestra guidava la Regione?

«Il credito sociale per le persone a basso reddito e per i piccoli artigiani era stato un provvedimento pensato dalla nostra maggioranza per aiutare i ceti più in difficoltà. Se ci sono state storture è giusto che la giustizia faccia il suo corso».

Con Salerno in feeling era forte…

«Politicamente c’era una certa sintonia, non posso negarlo. Quanto successo è una brutta tegola, mi auguro che lui e gli altri indagati possano dimostrare la loro estraneità ai fatti che la Procura gli contesta».

Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it

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