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MATTARELLA ALL’UNICAL | Protocollo, e… il bello della diretta – VIDEORACCONTO

RENDE Una lunghissima, interminabile e, se volete, anche un po’ irreale bolla di silenzio precede l’inizio dell’inaugurazione del quarantacinquesimo anno accademico dell’Unical. Caldo estenuante in…

Pubblicato il: 06/02/2017 – 12:26
MATTARELLA ALL’UNICAL | Protocollo, e… il bello della diretta – VIDEORACCONTO

RENDE Una lunghissima, interminabile e, se volete, anche un po’ irreale bolla di silenzio precede l’inizio dell’inaugurazione del quarantacinquesimo anno accademico dell’Unical. Caldo estenuante in sala, servizio d’ordine delle grandi occasioni che scherma ogni battito d’ali. Il rigidissimo protocollo d’entrata prevede un giovanissimo orario d’ingresso per i selezionatissimi partecipanti alla visita del Presidente della Repubblica Mattarella. Persino gli smartphone devono rimanere spenti e guai a sostare nelle aree interdette al traffico pedonale con operatori e fotografi letteralmente braccati. I contestatori solo un lontano ricordo, eco distante di una protesta quasi silenziata. Neanche le esigenze fisiologiche di una deputata dem inteneriscono gli organizzatori costringendola a fare i salti mortali per trovare una toilette. Solo quando arrivano i corazzieri ti rendi conto che il momento, forse, è giunto. Anzi no. Prima arrivano, annunciati, i componenti del governo: il ministro all’Interno Marco Minniti, all’Istruzione Valeria Fedeli, il sottosegretario alle Attività produttive Tonino Gentile, la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi, e perché no, già che ci siamo, il governatore calabrese Oliverio. In cinque (Mattarella, Minniti, Oliverio, il sindaco di Rende Marcello Manna e il rettore Crisci) si erano fermati per qualche minuto in una stanza riservata nel palazzo che ospita l’aula magna. In ordine sparso trovano posto le autorità civili (spiccano i sindaci vessilliferi dell’area urbana Mario Occhiuto e Marcello Manna), militari, religiose. Oltre a un nutritissimo plotone di deputati calabresi del Pd.

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Sergio Mattarella entra placido accompagnato dal magnifico rettore Crisci e da flash istituzionali illuminanti a giorno. Video di presentazione del campus e via. Parola a Gino Mirocle Crisci che dietro le spalle ha il gonfalone della Presidenza della Repubblica. Tempi non proprio europei ma comunque umani. Contenuti per consentire spazio di manovra anche agli altri oratori. Il presidente degli studenti Domenico Tulino che non risparmia sferzate alla governance dell’ateneo, Paola Dodaro, rappresentate del personale tecnico e amministrativo, il docente Nicola Leone direttore del dipartimento di Matematica e Informatica. Eppure l’intervento più vibrante e denso di significati è quello di Bashar Swaid. Provenienza Aleppo, Siria, e un presente brillante fra i cubi di Arcavacata da dottore di ricerca (ora addirittura insieme alla moglie, anche lei studentessa Unical, e ai due figlioletti). Dopo tre anni intenzionato a tornare fra le macerie. Ossia il vero spot per l’inaugurazione dell’anno accademico 2016-2017.
Finale, inaspettato, per il quarto presidente della Repubblica giunto nel campus più grande del Belpaese. Non previsto, dunque, ma sentito il suo breve intervento. Capace di abbracciare più tematiche in pochi minuti. Dal ricordo vivido dell’amico “Mino” Andreatta il cui «impegno verso questa terra è emblematico della sua intelligenza aperta ed eclettica», alla commozione per le vicende appena udite relative allo studente di Aleppo «uno dei luoghi più alti della storia delle civiltà umana». Passando per la crisi economica congiunturale che ha colpito il sud nonostante i «risultati di questo ateneo, catalizzatore di intelligenze». Si concede persino una battuta in tema, sulla “tecnologia” – raccogliendo il sorriso dell’uditorio – quando si verifica un immancabile imprevisto tecnico. Pronuncia l’ultima parola e si avvia con una rapidità da primato per guadagnare l’uscita neanche a voler evitare la pioggia che per l’intera mattina ha interessato i cieli dell’università. Il magnifico rettore proverebbe anche a congedare gli ospiti ma il microfono, clamorosamente, non funziona. È la diretta, bellezza.

Edoardo Trimboli
redazione@corrierecal.it