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Quando Scopelliti aumentò lo stipendio a Ruberto

REGGIO CALABRIA Per garantire un generoso stipendio a Pasqualino Ruberto la giunta Scopelliti aveva perfino violato una precisa legge regionale. E così l’allora presidente di Calabria etica – caric…

Pubblicato il: 06/02/2017 – 15:26
Quando Scopelliti aumentò lo stipendio a Ruberto

REGGIO CALABRIA Per garantire un generoso stipendio a Pasqualino Ruberto la giunta Scopelliti aveva perfino violato una precisa legge regionale. E così l’allora presidente di Calabria etica – carica per la quale precedentemente non erano previsti compensi, ma solo rimborsi – riuscì a percepire indennità fino a 133mila euro all’anno. Ma Ruberto, stando alle ipotesi della Procura di Catanzaro che pochi giorni fa ne ha ottenuto l’arresto, non si sarebbe accontentato del “regalo” dell’esecutivo regionale, al punto da piegare una fondazione ideata per i calabresi in difficoltà economica agli interessi della cricca guidata dall’ex assessore Salerno, finito anche lui in manette nell’ambito dell’operazione “Robin Hood” per aver, tra le altre cose, intascato una mazzetta di 230mila euro. Secondo gli investigatori, sarebbero 1,9 i milioni destinati al Credito sociale finiti nella disponibilità del comitato d’affari.

LA NORMA VIOLATA Lo statuto di Calabria etica, fondata nel 2001 allo scopo di realizzare «iniziative volte ad aiutare i soggetti in difficoltà economiche e umane», non prevedeva inizialmente compensi per i suoi amministratori, ma solo la possibilità di corrispondere gettoni di presenza e rimborsi spese. La legge regionale 22 del 2010, varata dal centrodestra del governatore Scopelliti, prevedeva perfino una riduzione del 20% di tutte le indennità e le retribuzioni corrisposte ai vertici di enti sub-regionali e fondazioni, tra cui anche Calabria etica. Con una successiva delibera (la 80 del 18 marzo 2011) della giunta regionale, però, viene approvata una modifica allo statuto della Fondazione, con la quale viene addirittura demandata allo stesso presidente la facoltà di autodeterminarsi una indennità di carica. Detto, fatto: Ruberto non perde tempo e in men che non si dica si autoassegna un compenso che, almeno in riferimento a una annualità, arriva fino a 133mila euro.

IL “DIFENSORE” Il caso viene sollevato in consiglio regionale da Demetrio Naccari Carlizzi, per mezzo di una circostanziata interrogazione. È il 25 luglio 2013, ma il rappresentante del Pd non ottiene risposta. È l’allora presidente dell’assemblea, Franco Talarico, a spiegare il motivo del rinvio: «Consigliere Naccari Carlizzi, c’è stato riferito dal segretario generale che avrebbe dovuto rispondere l’assessore Fedele, altrimenti non le avrei fatto argomentare l’interrogazione ma l’avremmo differita». È a questo punto che entra in gioco il “difensore” di Ruberto, l’assessore alle Politiche sociali in carica: «Mi si dice adesso, però – aggiunge Talarico –, che su questo è competente l’assessore Salerno che vorrebbe essere presente per dare una risposta diretta all’argomento in ispecie». E infatti il 15 ottobre successivo Salerno è in aula e si incarica di giustificare l’operato e della giunta e di Ruberto.
«È stata fissata per il presidente della Fondazione Calabria etica – spiega l’assessore – una indennità di carica così come previsto dall’articolo 6 dello Statuto (quello modificato dalla giunta Scopelliti, ndr). L’indennità accordata è stata commisurata al 60 per cento della indennità percepita da un consigliere regionale. Tale quantificazione è stata determinata prendendo quale riferimento altri organismi in house che da sempre hanno determinato l’indennità agli amministratori utilizzato anche il parametro in tali organismi».
A Salerno, tuttavia, preme «rilevare che fino al novembre 2010 l’attività e le funzioni svolte dalla Fondazione sono state piuttosto contenute. A seguito del riconoscimento di organismo in house della Regione Calabria si è riscontrata una crescita esponenziale dell’attività e degli ambiti di intervento operativo».
Lette ora, le parole di Salerno hanno un che di straniante: «Allo stato attuale non sono stati attuati tutti gli interventi previsti nel documento di programmazione triennale 2010/2012, approvato con delibera di giunta numero 3 del 13 gennaio 2010, ma rispetto al suindicato documento programmatico sono state attivate ulteriori iniziative a supporto del settore politiche sociali della Regione e finalizzate ad accrescere il sostegno, l’inclusione e il benessere sociale di quanti vivono nel territorio calabrese in particolar modo delle fasce più deboli».
«Questa è una violazione di legge, è un evidente abuso e a questo punto e di conseguenza il provvedimento di autotutela deve essere preso e recuperate le somme», la risposta di Naccari Carlizzi. Che, dopo aver rilevato un problema di natura costituzionale («esiste una norma che prevede che la giunta possa procedere in violazione della legge?»), invita l’assessore, «se non vuole essere parte di questa abbastanza evidente violazione di legge», a proporre una revoca alla giunta. Di quest’annullamento non si hanno notizie. Il modo in cui è stata gestita la Fondazione da Ruberto e Salerno, invece, è cristallizzato nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Catanzaro.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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