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ALL WALKING | La rete degli assenteisti col dono dell'ubiquità

COSENZA C’era chi faceva timbrare il cartellino al marito mentre era tranquillamente a casa. O chi certificava di essere regolarmente in servizio e invece prima stava in auto a leggere il giornale,…

Pubblicato il: 07/02/2017 – 17:41
ALL WALKING | La rete degli assenteisti col dono dell'ubiquità

COSENZA C’era chi faceva timbrare il cartellino al marito mentre era tranquillamente a casa. O chi certificava di essere regolarmente in servizio e invece prima stava in auto a leggere il giornale, poi rientrava a casa. E c’era pure chi timbrava il cartellino ma poi in orario di lavoro si recava nel proprio studio privato e svolgeva l’attività di libero professionista. La «rete di assenteisti», scoperta dalla Procura di Cosenza e in servizio al distretto di Rogliano dell’Asp, riusciva ad avere il dono dell’ubiquità. L’operazione, coordinata dal procuratore capo Mario Spagnuolo, dall’aggiunto Marisa Manzini e dal sostituto Giuseppe Cava ha portato all’esecuzione di 18 provvedimenti di misure interdittive nei confronti di medici e dipendenti dell’Asp di cui quattro sospensioni e 14 obblighi di firma alla polizia giudiziaria.
Le indagini, condotte dall’aliquota operativa della Compagnia carabinieri di Rogliano, sono partite da numerose segnalazioni pervenute ai carabinieri che lamentavano il comportamento disinvolto di alcuni dipendenti dell’Azienda sanitaria provinciale che, anziché trovarsi sul posto di lavoro, venivano visti sistematicamente per le vie della cittadina occupati nelle faccende più disparate, dal fare la spesa al supermercato fino ad arrivare a spendere il tempo pagato dai contribuenti giocando alle slot machine.

LA SOLIDARIETÀ DEI “FURBETTI DEL CARTELLINO” Seimila ore di filmati: oltre duecento servizi di osservazione e ben 725 episodi di assenteismo documentati dai carabinieri, che hanno monitorato ogni movimento dei dipendenti. Ogni giorno c’era qualcuno che si occupava di strisciare i cartellini per tutti, scattava così la libera uscita in paese e anche in provincia. Infatti, c’era chi non si faceva scrupoli ad accompagnare i figli a scuola per poi tornare tranquillamente a casa.
Ma i “furbetti del cartellino” erano solidali tra di loro. E non solo quando c’erano rapporti di parentela. Le indagini hanno permesso di documentare in modo dettagliato tutti i loro spostamenti. In particolare, in data 3 aprile 2015, alle ore 9,12 un dipendente timbrava in entrata due tesserini marca tempo, il proprio e quello della moglie. Alle ore 14,44 il marito effettuava una doppia timbratura in uscita, utilizzando il proprio tesserino magnetico e quello del coniuge, che in realtà nella giornata in esame non si era neppure presentata nella sede di lavoro. In tal modo la moglie faceva risultare (con il contributo del marito) nel relativo sistema elettronico di rilevazione la propria presenza in ufficio continuativa e ininterrotta dalle ore 9,12 alle ore 14,44 mentre in realtà in tale lasso temporale (di circa cinque ore e trenta minuti) si era assentata arbitrariamente dalla postazione di lavoro, non essendosi mai recata nella sede dell’Asp.
La donna nella qualità di dipendente dell’Asp di Rogliano con le mansioni di dirigente medico e il marito, in qualità di dipendente dell’Asp di Rogliano con le mansioni di dirigente medico, in concorso tra loro (con riferimento agli episodi del 3 aprile 2015, del 4 aprile 2015,del 7 aprile 2015, del 9 aprile 2015, del 22 aprile 2015), mediante artifizi e raggiri consistiti nel simulare – contrariamente al vero – di essere stati impegnati continuativamente nello svolgimento della propria attività lavorativa all’interno degli uffici dell’Asp negli intervalli temporali e nelle giornate specificate, mentre in realtà si assentavano arbitrariamente dalla sede di servizio, avrebbero indotto in errore i funzionari addetti all’amministrazione di appartenza in ordine all’effettivo svolgimento delle proprie mansioni lavorative nella sede di servizio con riguardo a quei lassi temporali. Così facendo si sarebbero procurati un ingiusto profitto pari alla quota della retribuzione percepita a fronte di prestazioni lavorative in realtà non eseguite, con pari danno per l’ente pubblico.

IN UFFICIO? NO, A LEGGERE IL GIORNALE In data 14 aprile 2015 uno dei medici, dopo aver registrato l’ingresso all’interno degli uffici dell’Asp alle ore 8,09 mediante timbratura del proprio tesserino magnetico, si allontanava immediatamente dalla postazione di lavoro alla guida della propria auto senza far rilevare l’uscita, recandosi nella propria abitazione (dove rimaneva a leggere il giornale, all’interno dell’autoveicolo, fino alle ore 9,02). Alle ore 9,02 si rimetteva in moto, dirigendosi alla direzione generale dell’Asp di Cosenza. In tal modo l’indagato faceva fittiziamente risultare nel sistema di rilevazione di essere impegnato nello svolgimento delle proprie mansioni lavorative nel lasso temporale compreso tra le ore 8,09 e le ore 9,02 mentre in realtà in tale intervallo temporale si era assentato arbitrariamente dalla postazione di lavoro.

SI USCIVA SENZA TIMBRARE In data 21 aprile 2015 una delle indagate, dopo aver registrato l’ingresso negli uffici dell’Asp alle ore 11,14, si allontanava dalla postazione di lavoro alle ore 14,26, senza far rilevare l’uscita mediante timbratura del proprio tesserino marca tempo, e rientrava in ufficio alle ore 15,15, senza far constare il rientro. In tal modo l’indagata faceva fittiziamente risultare nel sistema di rilevazione la propria presenza in ufficio dalle ore 14,26 alle ore 15,15 mentre in realtà in tale intervallo temporale si era assentata arbitrariamente dalla postazione di lavoro.

mi. mo.

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