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ALL WALKING | La tranquilla giornata di un furbetto del cartellino

COSENZA Il badge certificava che erano regolarmente in ufficio mentre le telecamere li riprendono da tutt’altra parte, per esempio davanti alla scuola dei loro figli. È a tinte fosche – almeno per …

Pubblicato il: 08/02/2017 – 12:15
ALL WALKING | La tranquilla giornata di un furbetto del cartellino

COSENZA Il badge certificava che erano regolarmente in ufficio mentre le telecamere li riprendono da tutt’altra parte, per esempio davanti alla scuola dei loro figli. È a tinte fosche – almeno per il buon andamento della pubblica amministrazione – il quadro che emerge dall’inchiesta della Procura di Cosenza che ha sgominato la “banda” dei furbetti del cartellino in servizio al distretto di Rogliano dell’Asp.
L’operazione, coordinata dal procuratore capo Mario Spagnuolo, dall’aggiunto Marisa Manzini e dal sostituto Giuseppe Cava ha portato all’esecuzione di 18 provvedimenti di misure interdittive nei confronti di medici e dipendenti dell’Asp di cui quattro sospensioni e 14 obblighi di firma alla polizia giudiziaria.
Nella maggior parte degli episodi gli indagati si sarebbero assentati arbitrariamente senza effettuare le prescritte timbrature, in uscita e in entrata, mediante i propri tesserini marcatempo, facendo così fittiziamente risultare nel sistema di rilevazione la loro presenza in ufficio.
In particolare, gli indagati, dopo avere timbrato in entrata, si sono «assentati dalla postazione di lavoro per lassi temporali a volte considerevoli senza far risultare tali periodi di assenza mediante le apposite timbrature, così da far risultare una presenza continuativa e ininterrotta anche con riguardo a intervalli temporali nei quali, invece di svolgere le proprie mansioni lavorative, si sono dedicati ad attività di carattere privato, come ad esempio intrattenersi nelle rispettive abitazioni, occuparsi di un’attività lavorativa privata, fare la spesa in supermercati o addirittura giocare alle slot-machine».

ILLECITA COLLABORAZIONE In altri casi il fittizio svolgimento di prestazioni lavorative è stato simulato con il contributo di altri dipendenti, i quali hanno registrato nel sistema l’entrata o l’uscita (evidentemente in orari differenti da quelli effettivi) dei loro colleghi utilizzando -mettono nero su bianco i magistrati – «indebitamente i tesserini marcatempo di questi ultimi (meccanismo truffaldino utilizzato con reciproco vantaggio di tutti i concorrenti, i quali si sono alternati nella timbratura dei tesserini altrui). Tale illecita “collaborazione” tra alcuni indagati, tra i quali è evidentemente intercorso un previo accordo, ha consentito loro di assentarsi arbitrariamente dal posto di lavoro, simulando un quadro di apparente regolarità attraverso le timbrature effettuate dai complici».
In altri casi ancora sono state presentate false dichiarazioni di mancata timbratura riportanti, contrariamente al vero, orari di entrata e/o di uscita difformi da quelli effettivi.

GESTIONE ILLECITA DEL RAPPORTO DI LAVORO Ciò che accomuna tutti gli indagati è che le prestazioni lavorative apparentemente svolte (ma in realtà non effettuate) sono state regolarmente retribuite dall’amministrazione di appartenenza (con corrispondente danno per l’ente pubblico) e, altro elemento in comune è la reiterazione sistematica delle condotte (per alcuni indagati con riferimento all’intero periodo di osservazione).
Infatti, gli accertamenti compiuti hanno consentito di verificare come «le condotte poste in essere dagli indagati – lungi dall’essere meramemente occasionali – siano il frutto di un vero e proprio sistema di gestione illecita del rapporto di lavoro».

PAUSA PER LE SCOMMESSE Sono tantissimi gli episodi scoperti dai carabinieri della Compagnia di Rogliano. Ad esempio, il 18 marzo 2015 uno degli indagati accedeva all’interno dei locali dell’Asp alle 7:07 e timbrava il proprio tesserino magnetico segnatempo alle 7:31.
Alle 10 però si allontanava dalla sede dell’Asp senza vidimare il tesserino in uscita, a bordo della propria autovettura. Dopo aver percorso via Gallo, alle 10:15 si fermava ed entrava all’interno del bar “Cremeria del Corso”.
«Alle ore 10:20 – scrivono gli inquirenti – usciva dal locale e si recava all’interno dell’agenzia di scommesse “Eurobet”, sita sulla stessa strada, rimanendovi fino alle 11, poi si recava in via A. Guarasci all’ufficio di un Caf».

ASSENTE PER OLTRE TRE ORE La tranquilla giornata di lavoro (si fa per dire) non finisce qui. «Alle ore 11:24 – appuntano i carabinieri – usciva dagli uffici del Caf e si recava in località Piano Lago di Mangone, fermandosi e sostando fino alle ore 12 all’hotel “Bruni”, quando risaliva a bordo della propria auto e si immetteva sull’autostrada A 3 in direzione Cosenza». Giro concluso? Ovviamente no. Manca l’ultimo passaggio, essenziale per dimostrare di aver fatto il proprio dovere: «Alle 13:11:56 l’indagato rientrava nell’Azienda sanitaria e alle 13:45:51 si allontanava nuovamente dopo aver timbrato in uscita».
Così alla luce delle immagini riprese dalle due telecamere, interne ed esterna, è emerso «come l’indagato si sia allontanato arbitrariamente dal proprio posto di lavoro, senza effettuare la timbratura con il tesserino nel sistema di rilevazione presenze, per un lasso temporale di oltre tre ore (dalle ore 10:00 alle ore 13:11:56)». Fine della storia e inizio dei guai.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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