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Chiesto il processo per il senatore Caridi

REGGIO CALABRIA In molti lo aspettavano, alcuni lo temevano. A pochi mesi dalle operazioni che hanno iniziato a svelare il volto del vertice segreto della ‘ndrangheta reggina, la Dda ha chiesto il …

Pubblicato il: 09/02/2017 – 23:13
Chiesto il processo per il senatore Caridi

REGGIO CALABRIA In molti lo aspettavano, alcuni lo temevano. A pochi mesi dalle operazioni che hanno iniziato a svelare il volto del vertice segreto della ‘ndrangheta reggina, la Dda ha chiesto il rinvio a giudizio per 70 dei 73 indagati dell’inchiesta Gotha. Primo fra tutti, il senatore Antonio Caridi. Fatta eccezione per tre imprenditori, i pm Giuseppe Lombardo, Stefano Musolino, Walter Ignazitto, Roberto Di Palma e Giulia Pantano vogliono portare a processo tutti gli indagati del maxiprocedimento scaturito dall’unione delle inchieste Sistema Reggio, Reghion, Fata Morgana, Mammasantissima e Alchemia.

IL NUOVO LIVELLO «Un lavoro di intelligenze collettive, frutto di confronto e duro lavoro» lo definisce il procuratore aggiunto Paci, che con orgogli – che per la prima volta nella storia giudiziaria italiana ha permesso di contestare in un unico procedimento l’associazione mafiosa e l’associazione segreta aggravata dall’aver favorito la ‘ndrangheta». Ipotesi accusatorie pesantissime, che fanno da architrave all’inchiesta che ha svelato un nuovo – e il più importante – livello della ‘ndrangheta: il suo vertice segreto, “invisibile”, ma straordinariamente efficace anche nel creare gli uomini più adatti a raggiungere i propri scopi. Strumenti “riservati” come il senatore Caridi, dal luglio scorso in carcere per associazione mafiosa e che da detenuto dovrà affrontare l’udienza preliminare.

GLI INDAGATI Insieme a lui, si dovranno presentare di fronte al gup per l’udienza preliminare quelli che la Dda ritiene i massimi vertici della struttura invisibile della ‘ndrangheta, gli avvocati Paolo Romeo e Giorgio De Stefano, il braccio operativo del primo, il legale Antonio Marra, e il nipote del secondo, Dimitri, e il cugino acquisito, l’ex dipendente regionale Franco Chirico. Ma la Dda vuole a processo anche quelli che a vario titolo ritiene gli strumenti essenziali usati dalla cupola per infettare e governare la politica, l’economia e la società reggina.

DALLA REGIONE A POLSI Fra loro ci sono anche politici noti come l’ex sottosegretario regionale Alberto Sarra e l’ex consigliere provinciale, Demetrio Cara, potentissimi burocrati come il dirigente comunale Marcello Cammera, il giudice in pensione Giuseppe Tuccio e l’ex canonico di Polsi, don Pino Strangio entrambi accusati di far parte dell’associazione segreta messa in piedi dall’avvocato Romeo per più agevolmente condizionare vita politica, economica e sociale di Reggio e non solo. Medesima accusa che i magistrati contestano al presidente di Cittadinanza Attiva, Domenico Pietropaolo, per il quale è stato chiesto il rinvio a giudizio, come al cancelliere della Corte d’appello, Aldo Inuso, accusato anche di turbata libertà degli incanti, intestazione fittizia e riciclaggio.

BUROCRATI, POLITICI E PROFESSIONISTI Insieme a lui, i pm hanno chiesto il processo per la moglie Maria Luisa Franchina, e per la figlia, Elena Mariaserena Inuso, per l’accusa rea di aver truccato l’esame di l’abilitazione alla professione di avvocato, grazie all’aiuto di due dipendenti del Tribunale di Reggio Calabria, Maria Antonietta Febbe e Andrea Santo Tortora, che come lei dovranno presentarsi di fronte al gup. Ma i magistrati vogliono il processo anche per l’ex vicepresidente di Fincalabra, Nuccio Idone, l’ultimo presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa, l’ex assessore comunale Amedeo Canale, il professore Giovanni Pontari, il professore Antonio Rocco Zoccoli, Andrea Scordo, la giornalista Teresa Munari, l’avvocato Paola Colombini e il marchese Saverio Genovese Zerbi, tutti accusati di associazione segreta e altri reati.

IMPRENDITORI, TALPE E VECCHIE CONOSCENZE DELLA DDA Nutrito è anche il gruppo di imprenditori, noti e no, per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio. Di fronte al giudice per l’udienza preliminare, si dovranno presentare Emilio Angelo Frascati, Giuseppe Chirico, Gaetano Tortorella e il commercialista Natale Saraceno. Ma dovranno presentarsi davanti al giudice anche l’ex sindaco di Villa San Giovanni Antonio Messina e la presunta “talpa” del Tribunale, Maria Angela Marra Cutrupi, con il marito Domenico Nucera. I magistrati hanno poi chiesto il rinvio a giudizio per alcune vecchie conoscenze, già finite in più di un’indagine. Si tratta del pentito Roberto Moio, degli imprenditori Giuseppe Rechichi e Rosario Rechichi, come di Giovanni Zumbo, l’ex amministratore di beni confiscati, antenna dei servizi, condannato in appello come spione per conto dei clan e indicato da più di un collaboratore come uomo riservato del clan De Stefano.

L’ESERCITO DEGLI INDAGATI Ma a processo i pm vogliono anche Vincenzo Amodeo, Antonino Araniti, Domenico Aricò, Vincenzo Carmine Barbieri, Giovanni Cacciola, Carmelo Giuseppe Cartisano, Angela Chirico, Antonino Chirico, Domenico Chirico (cl. 88), Domenico Chirico (cl.86), Francesco Chirico (cl.44), Alessandro Delfino, Lorena Franco, Roberto Franco, Salvatore Primo Gioè, Pasquale Massimo Gira, Paolo Giustra, Giuseppe Iero, Domenico Marcianò, Anna Rosa Martino, Angela Minniti, Giovanni Sebastiano Modafferi, Bruno Nicolazzo, Antonino Nicolò, Alessandro Nicolò, Carmelo Salvatore Nucera, Giovanni Pellicano, Giancarlo Remo, Saveria Sacca, Michele Serra, Giuseppe Smeriglio, Domenico Stillittano, Mario Vincenzo Stillittano e Andrea Tortora.

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

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