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Cosenza, revocato il "premio" al medico «assenteista»

COSENZA Dopo le perplessità sui 100 mila euro recapitati dall’Asp di Cosenza al medico Pietro Filippo come «risarcimento danni da dequalificazione», la struttura commissariale che sovrintende alla …

Pubblicato il: 09/02/2017 – 0:27
Cosenza, revocato il "premio" al medico «assenteista»

COSENZA Dopo le perplessità sui 100 mila euro recapitati dall’Asp di Cosenza al medico Pietro Filippo come «risarcimento danni da dequalificazione», la struttura commissariale che sovrintende alla sanità calabrese entra “a gamba tesa” sul provvedimento firmato dal direttore generale dell’Azienda Raffaele Mauro a fine dicembre 2016. E lo annulla assieme all’accordo transattivo sottoscritto tra Mauro e Filippo, professionista condannato in via definitiva per truffa a 5 mesi e dieci giorni. Di più: Massimo Scura e Andrea Urbani chiedono che l’Asp si attivi per recuperare le somme dovute dal medico come risarcimento «del danno patrimoniale subito dall’amministrazione, a causa dell’indebita percezione, da parte del medesimo, di emolumenti a titolo trattamento economico fondamentale ed accessorio, per prestazioni lavorative retribuite ma non realmente svolte».
Filippo, secondo quanto riportato nell’atto di revoca, avrebbe fatto «figurare falsamente la propria presenza in sede mediante timbrature del cartellino marcatempo effettuato da altri dipendenti e mendaci autocertificazioni attestanti tale presenza non registrata elettronicamente per la dimenticanza del predetto cartellino». Caso emblematico di un certo tipo di comportamenti tenuti in Azienda, specie dopo il blitz dei carabinieri che ha smascherato, nelle strutture di Rogliano dell’Asp, 18 presunti furbetti del cartellino.
Nessun “premio”, dunque, per il medico demansionato. Che rischia, anzi, di rimetterci di tasca propria per l’«evidente danno d’immagine dovuto al clamore mediatico suscitato dalla vicenda» per la quale è stato condannato.
Scura e Urbani – i cui annullamenti degli atti di Mauro aumentano con il passare delle settimane – sottolineano, poi, che la deliberazione con la quale l’Asp decideva di risarcire Filippo «risulta inficiata da violazione di legge e, in particolare, per eccesso di potere per sviamento e irragionevolezza in quanto (in disparte la considerazione che non è chiaro quali siano state le reciproche concessioni che hanno reso utile per l’Azienda la transazione) la proposta transattiva: prende come base di riferimento per il risarcimento una determinazione del presunto danno calcolato dalla parte privata e presuppone l’esistenza di un danno del quale, però, non risulta in atti la prova dell’effettività, prova che per giurisprudenza pacifica è posta a carico del ricorrente». Insomma, non si capisce perché quella transazione da 100 mila euro dovrebbe essere utile alle casse della sanità cosentina. Forse lo spiegherà la Corte dei conti, alla quale Scura e Urbani hanno trasmesso l’atto di revoca. (ppp)

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