REGGIO CALABRIA Quando era il re dei videopoker, una preziosa collezione di quadri di Dalì, Sironi, Guttuso ornava le pareti della sua casa. Oggi che Gioacchino Campolo, condannato in via definitiva a 16 anni per estorsione, colleziona solo processi e confische, quelle opere d’arte sono patrimonio dello Stato e fanno bella mostra di sè in un museo di Reggio Calabria. Ma le indagini per rintracciare la sua gigantesca collezione non sono finite. E all’appello potrebbero mancare ancora molti pezzi. Tre di questi, fra cui una preziosa grafica di Guttuso, sono stati rintracciati dai carabinieri di Reggio Calabria, nel corso di un’operazione congiunta con i colleghi di Messina e il nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale di Cosenza.
Tutto è iniziato con il ritrovamento del prezioso “Miracolo di Gesù. Guarigione del nato cieco”, dipinto di carattere religioso-chiesastico, rubato a Randazzo, in provincia di Catania, nel 2001 e ritrovato qualche tempo fa a casa di un ex dipendente di Campolo, considerato il suo braccio operativo. Proprio alla luce dei rapporti che hanno sempre legato il sessantaquattrenne al re dei videopoker, gli investigatori hanno deciso di estendere la perquisizione ad un secondo appartamento dell’uomo, a Messina. È lì che i carabinieri hanno rintracciato tre tele del patrimonio Campolo, misteriosamente sparite dopo il sequestro ordinato dal Tribunale. Si tratta di una grafica di Guttuso e di due dipinti, uno di Giuliana Cappello e uno di Mario Pinnizzotto, artisti contemporanei estremamente quotati. Le indagini però non sono finite. A casa dell’uomo, oggi deferito in stato di libertà per ricettazione, sono state trovate altre 9 tele che adesso sono in mano al nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale di Cosenza, incaricato di stabilirne la provenienza. Il sospetto è che appartengano a Campolo, ma toccherà alle indagini stabilire come e perchè siano finite in mano al suo ex dipendente.
Le ipotesi su sui si concentrano gli inquirenti sono due. La prima è che l’ex braccio operativo del re dei videopoker abbia tentato di mettere da parte un proprio tesoretto personale quando il suo capo è caduto in disgrazia e il suo patrimonio è finito sotto sigilli. La seconda è che abbia invece agito per ordine di Campolo, che tramite il sessantaquattrenne avrebbe tentato di aggirare sequestri e confische. E in questo caso per il re dei videopoker sarebbero (nuovi) guai.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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