LAMEZIA TERME Una stagione di «aggressioni feroci contro Regioni». È questo quello che avrebbe travolto Giuseppe Scopelliti, la causa delle sue dimissioni da governatore della Calabria e dei suoi guai. Nel corso dell’assemblea regionale – per la nascita del Polo Sovranista – di Azione nazionale e La Destra, movimento politico promosso da Gianni Alemanno, l’ex governatore della Calabria non concede interviste, non risponde a nessuna domanda, neanche a quella che aleggia nell’aria in merito alle recenti vicende giudiziarie che hanno portato all’arresto di Nazzareno Salerno, suo ex assessore al Lavoro, accusato di essersi appropriato di soldi destinati al “Credito sociale”. Scopelliti preferisce parlare dal pulpito e raccontare le sue ragioni. Come il desiderio di «condurre una battaglia di rinascita. Anche se ultimamente abbiamo avuto poca fortuna perché purtroppo siamo stati vittima di questa stagione di aggressione verso le Regioni. Se voi pensate che il presidente della Lombardia, Formigoni, si è dimesso quello del Piemonte si è dimesso, quello della regione Emilia Romagna è stato costretto a dimettersi, Errani, quello della Basilicata si è dimesso, si è dimessa la Polverini… alla fine è toccato anche a me. In questo quadro, in questa strategia non abbiamo avuto fortuna». Ma quale quadro? Quale strategia?
È presto detto. Con parole sibilline l’ex governatore dipinge uno scenario inquietante.
«Nel senso che è venuto meno – spiega alle circa 100 persone intervenute ad ascoltarlo alla masseria I Risi di Lamezia Terme – quello che era il nostro desiderio, la nostra ambizione. In questo contesto legato alla vicenda dell’aggressione alle Regioni… tanti di voi non ricorderanno quando nel 2011 ci fu un’azione chiara, dettata probabilmente da ambienti europei e quant’altro, comunque un’aggressione feroce sulle Regioni. Nacquero gli scandali di Rimborsopoli, e poi tantissime altre cose. Una pressione che voleva dimostrare che le Regioni hanno un potere enorme rispetto anche al governo centrale e che questo non era più compatibile con la stagione che si stava per vivere e quindi automaticamente c’è stata questa, diciamo, ondata».
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OLIVERIO? «NON PARLO DEI DILETTANTI» Scopelliti annuncia che non farà commenti sul governo attuale: «Sono stato abituato a parlare di calcio di serie A, con la Reggina, non guardo al calcio dilettantistico». Ma poi non può fare a meno di confrontare la sua stagione di «scelte coraggiose e di un progetto politico ambizioso», all’in cui «tutti vivacchiano o sono lì come soprammobili». L’ex governatore cita, in questo passaggio, la coordinatrice di Forza Italia in Calabria Jole Santelli, che nel proprio intervento ha affermato: «Con Scopelliti non siamo completamente sulla stessa strada però per me rimane il presidente della Regione Calabria». Un tripudio di applausi si leva nella sala e Jole Santelli ne approfitta per vincere facile: «Sono due anni e mezzo che il presidente della Regione non lo abbiamo. In una terra come la Calabria manca un assessore al Turismo, all’Agricoltura, alla Cultura. La Regione di Oliverio non riesce a produrre un bando». E conclude: «Non si può fare opposizione al nulla».
Scopelliti prende la palla al balzo e attacca: «La politica italiana è fatta da gente inadeguata, da gente incapace. La politica italiana è fatta da corrotti». Sabato, nel corso dell’assemblea regionale, d’altronde, non è il giorno per pensare ai guai giudiziari. È il giorno per festeggiare l’archiviazione della posizione di Alemanno dal procedimento “Mafia Capitale”. Per festeggiare la fine dei problemi giudiziari per Francesco Storace. E per incassare un augurio dall’ex sindaco di Roma: «Sono assolutamente certo che sicuramente fra pochi mesi anche Peppe Scopelliti uscirà fuori da qualsiasi problema».
IL MODELLO REGGIO NON TRAMONTA Il “Modello Reggio” torna nelle parole dell’ex governatore ed ex sindaco di Reggio Calabria. «A Reggio Calabria in otto anni ci siamo riusciti. Perché quella, prima di essere uccisa, era diventata una grande città, stimata, apprezzata, europea, moderna, funzionale, metropolitana, funzionale. Ce lo saremmo sognato la notte che Reggio Calabria sarebbe diventata una città metropolitana». Le stoccate sono rivolte agli esponenti del centrosinistra che non votarono per Reggio città metropolitana.
«LA CITTADELLA L’ABBIAMO FATTA NOI» Inaugurata da loro ma fatta da noi. La Cittadella regionale è uno dei fiori all’occhiello nel discorso di Scopelliti, «un palazzo che è un simbolo». Argomento, come altri, di scherzo e battute con Demetrio Arena: «Le disgrazie sono tutte collegate a noi ma tutte le opere che stanno inaugurando… ma mai nessuno che avesse il coraggio, anzi, la dignità di dire che non è frutto del loro sacrificio, del loro sudore, che loro hanno solo esercitato un movimento con la mano (si riferisce al taglio del nastro, ndr)».
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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