COSENZA Si è costituito ai carabinieri del comando provinciale di Cosenza Mario Piromallo fermato nella maxioperazione eseguita dalla Guardia di finanza e coordinata dalle Dda di Catanzaro e Reggio Calabria contro ben 32 persone, tra cui imprenditori che sarebbero in affari con i clan. Sotto sequestro sono finite 54 importanti società, molte delle quali con sede a Roma. Adesso il gip di Catanzaro ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare per i 32 fermati. Si tratta di un passaggio tecnico: il gip competente – ovvero quello di Catanzaro – ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare per gli indagati, trascorsi i venti giorni di tempo previsti per legge. Si tratta di due filoni di indagine riuniti nella maxi-operazione “Soldi sporchi” che ha portato al sequestro del parcheggio di Piazza Bilotti a Cosenza, dell’aviosuperficie di Scalea e del polo sciistico di Lorica. Tra le persone fermate anche l’imprenditore che gestisce questi appalti Giorgio Barbieri. Il primo filone, coordinato dalla Dda di Reggio Calabria, ha permesso di accertare come fra il 2012 e il 2015 il potentissimo clan Piromalli, grazie ad un noto gruppo imprenditoriale, abbia messo le mani su 27 gare, aggiudicandosi importanti – e remunerativi – appalti pubblici nell’area della Piana di Gioia Tauro. Stesso metodo, ha scoperto la Dda di Catanzaro utilizzato dal clan Muto nella zona dell’alto Tirreno cosentino e dal reggente della cosca cosentina Lanzino-Ruà-Patitucci, che in questo modo si è aggiudicato i più importanti appalti della Provincia di Cosenza nel periodo 2013/2015.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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