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ALL WALKING | In ufficio? No, a fare la spesa

COSENZA Sono al lavoro regolarmente alcuni dei presunti “furbetti del cartellino” in servizio nel distretto di Rogliano dell’Asp di Cosenza, finiti nell’inchiesta coordinata dal procuratore capo Ma…

Pubblicato il: 12/02/2017 – 16:05
ALL WALKING | In ufficio? No, a fare la spesa

COSENZA Sono al lavoro regolarmente alcuni dei presunti “furbetti del cartellino” in servizio nel distretto di Rogliano dell’Asp di Cosenza, finiti nell’inchiesta coordinata dal procuratore capo Mario Spagnuolo, dall’aggiunto Marisa Manzini e dal sostituto Giuseppe Cava che martedì scorso ha portato all’esecuzione di 18 provvedimenti di misure interdittive nei confronti di medici e dipendenti dell’Azienda sanitaria provinciale di cui quattro sospensioni e 14 obblighi di firma alla polizia giudiziaria. Alcuni di loro sono andati in pensione nei mesi scorsi ma risultano indagati per episodi contestati quando erano in servizio. Gli altri colleghi, nei giorni successivi all’operazione, erano al lavoro nonostante il clamore mediatico che la vicenda ha suscitato. Non si sa ancora con ufficialità se l’Azienda ha – intanto – preso provvedimenti nei loro confronti. Ma per la magistratura possono lavorare tranquillamente.
Alle telecamere dei media nazionali rispondono nervosamente – quando non si sottraggono – e si difendono: «Quando eravamo fuori dall’ufficio lo eravamo per motivi di servizio». 
Secondo l’accusa, invece, nella maggior parte degli episodi gli indagati si sarebbero assentati arbitrariamente senza effettuare le prescritte timbrature, in uscita e in entrata, mediante i propri tesserini marcatempo, facendo così fittiziamente risultare nel sistema di rilevazione la loro presenza in ufficio. In particolare, dopo avere timbrato in entrata, si sarebbero «assentati dalla postazione di lavoro per lassi temporali a volte considerevoli senza far risultare tali periodi di assenza mediante le apposite timbrature, così da far evidenziare una presenza continuativa e ininterrotta anche con riguardo a intervalli temporali nei quali, invece di svolgere le proprie mansioni lavorative, si sono dedicati ad attività di carattere privato, come ad esempio intrattenersi nelle rispettive abitazioni, occuparsi di un’attività lavorativa privata, fare la spesa in supermercati o addirittura giocare alle slot-machine».

IN UFFICIO? NO A FARE LA SPESA L’attività investigativa, svolta dai carabinieri della Compagnia di Rogliano, ha consentito di accertare tali comportamenti documentati da immagini. Ad esempio, in data 13 aprile 2015 una delle indagate, dopo aver registrato l’ingresso negli uffici dell’Asp alle ore 8.48, si allontanava dalla postazione di lavoro alle ore 12:38, senza far rilevare l’uscita mediante timbratura del proprio tesserino marcatempo, e rientrava in ufficio alle ore 13:18, senza far registrare il rientro. In tale lasso temporale l’indagata si recava nell’ufficio postale e nel supermercato Dok di Rogliano, come documentato dai fotogrammi. Alla luce delle immagini, riprese dalle telecamere installate negli uffici dell’Asp di Rogliano e delle risultanze dei tabulati presenze è emerso come l’indagata si sia assentata arbitrariamente dal proprio posto di lavoro, senza effettuare le prescritte timbrature con il tesserino nel sistema di rilevazione presenze, nel lasso temporale compreso tra le ore 12:38 e le ore 13:18. Alle ore 12:15 si fermava anche nel negozio di frutta e verdura. Alle ore 13.46 si allontanava dalla sede dell’Asp senza effettuare alcuna timbratura, non facendo più rientro nel corso della giornata.
È una sua collega a registrare (rispettivamente alle ore 18.26 e alle ore 18.31) il rientro da servizio esterno e l’uscita per fine servizio, utilizzando il suo tesserino marcatempo.
Un “modus operandi” che – sempre secondo l’accusa – sarebbe stato utilizzato da tutti gli indagati. Allo stesso modo. Il 17 settembre 2015 uno degli indagati, dopo aver registrato l’ingresso negli uffici dell’Asp alle ore 8:08:15 mediante timbratura del proprio tesserino magnetico, si allontanava dalla struttura – senza effettuare alcuna timbratura in uscita ed al rientro – nei seguenti intervalli temporali: dalle ore 8.08 (subito dopo aver timbrato in entrata) alle ore 8:20:45; dalle ore 8:24:41 alle ore 8:55:01, dalle ore 10:11:05 alle ore 10:25:31 (quando rientrava con una busta della spesa in mano, come dimostrato dall’immagine estrapolata dalle riprese della telecamere); dalle ore 15:53:20 alle ore 16:17:58.
Un altro dipendente, il 10 agosto 2015 si allontanava dalla postazione di lavoro alla guida del proprio scooter alle ore 12:14:43, senza far rilevare l’uscita, e rientrava in ufficio alle ore 12:40:44 (senza registrare il rientro) con una busta della spesa in mano.
Dalle immagini delle telecamere installate negli uffici dell’Asp di Rogliano e dalle risultanze dei tabulati presenze, è emerso come l’indagato si sia allontanato arbitrariamente dal proprio posto di lavoro, senza effettuare l’apposita timbratura con il tesserino nel sistema di rilevazione presenze, nel lasso temporale compreso tra le ore 12:14 e le ore 12:40 (pur risultando formalmente presente per tutto l’intervallo intercorrente tra le ore 7.28 e le ore 13.46).

LA DOPPIA TIMBRATURA PER “COPRIRE” I COLLEGHI In data 5 giugno 2015 una delle indagate effettuava una doppia timbratura in ingresso: alle ore 7:36 utilizzando il proprio tesserino marcatempo e alle ore 7:41 utilizzando il tesserino di una delle colleghe. Quest’ultima accedeva agli uffici dell’Asp alle ore 8:23 (ovviamente senza registrare l’ingresso, atteso che la timbratura del tesserino era stata precedentemente effettuata dalla collega).
Alle ore 11:10 la dipendente si allontanava dalla sede di servizio a bordo della propria autovettura senza effettuare alcuna timbratura in uscita, rientrando in ufficio alle successive ore 11:48 senza far rilevare il rientro.
I suoi spostamenti in tale lasso temporale sono stati documentati dalla polizia giudiziaria in un’apposita annotazione con diversi fotogrammi. In una foto viene ripresa mentre si ferma davanti al negozio di frutta e verdura. In un’altra mentre sistema uno scatolone e le buste della spesa nel bagagliaio dell’autovettura con l’aiuto di due persone.

“ASSENTE” PER OLTRE 40 MINUTI Alle ore 12:31 una delle indagate si allontanava dalla sede di lavoro, senza regolarizzare l’uscita mediante timbratura del tesserino e senza fare più rientro. A tale “problema” provvedeva la collega, la quale registrava l’uscita per fine servizio della dipendente assente alle ore 13.53, timbrando il tesserino di quest’ultima come documentato dal fotogramma: alla luce delle immagini riprese dalle telecamere, installate negli uffici dell’Asp di Rogliano, e delle risultanze dei tabulati presenze nonché dell’annotazione della polizia giudiziaria del 5 giugno 2015 è emerso come l’indagata si sia assentata arbitrariamente dal posto di lavoro per un lasso temporale di oltre 40 minuti (dalle ore 7:41, momento nel quale la collega simulava il suo accesso mediante timbratura del tesserino di quest’ultima, alle ore 8:23, momento nel quale la donna effettivamente faceva ingresso in ufficio). Inoltre la stessa si assentava arbitrariamente dal posto di lavoro, non effettuando le prescritte timbrature in uscita ed al rientro, dalle ore 11.10 alle ore 11.48. È emerso come l’indagata si sia assentata arbitrariamente dalla postazione di lavoro dalle ore 12.31 (momento nel quale si allontanava dagli uffici dell’Asp per fine servizio) alle ore 13.53 (momento nel quale la collega registrava l’uscita per fine servizio, utilizzando il tesserino di quest’ultima).
Le indagini dei carabinieri documentano questo. I presunti “furbetti del cartellino” si difendono strenuamente, mentre i loro legali sono pronti a dimostrare l’infondatezza delle accuse. La sanità – a queste latitudine – continua a rimanere una questione sempre molto spinosa.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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