REGGIO CALABRIA «Gli “Stati generali dell’edilizia” possono essere una grande opportunità per far sedere attorno a un tavolo operativo e non ‘filosofico’ tutti gli attori del settore: la pubblica amministrazione, la politica, il mondo delle imprese, i sindacati, gli ordini professionali, le forze dell’ordine». Lo sostiene, in una nota, l’Ance Calabria che rileva la necessità di «arrivare unitariamente e nel più breve tempo possibile alle soluzioni per rilanciare l’edilizia».
L’associazione dei costruttori calabresi, presieduta da Francesco Berna, analizza la crisi che sta attraversando il settore, partendo dalla situazione della provincia reggina fotografata dai dati della Cassa edile di Reggio Calabria.
«Negli anni il gap tra la Calabria e le altre regioni d’Italia è aumentato. Occorre immediatamente intervenire per evitare che la distanza diventi insanabile. Non è più tempo di annunci ma di concretezza. Le idee valide – è scritto nella nota – devono trasformarsi in progetti e i progetti in cantieri. La crisi dell’edilizia, in una provincia dove questo settore è stato uno dei più importanti in assoluto, è sotto gli occhi di tutti. La riduzione del 65% della spesa per pagare i lavoratori, il crollo del numero di addetti che oggi è un quinto di quello di dieci anni fa, la pesante contrazione delle committenze pubbliche e dunque dei cantieri aperti, sono la rappresentazione fedele – evidenzia Ance Calabria – di una realtà drammatica che viviamo e denunciamo da tempo».
Secondo i costruttori calabresi, per uscire dall’impasse occorre sfruttare al meglio le opportunità derivanti dai Patti per il Sud e le relative “ingenti risorse” per la Calabria e la Città metropolitana di Reggio Calabria: «Individuati gli stanziamenti, bisogna accelerare sulle fasi di progettazione, affidamento ed esecuzione dei lavori».
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