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Direzione Pd, Oliverio e Bruno Bossio votano con Renzi

ROMA La direzione del Partito democratico ha approvato l’ordine del giorno di maggioranza per avviare subito, con un assemblea che si svolgerà tra sabato e domenica, il congresso del partito. A fav…

Pubblicato il: 13/02/2017 – 18:57
Direzione Pd, Oliverio e Bruno Bossio votano con Renzi

ROMA La direzione del Partito democratico ha approvato l’ordine del giorno di maggioranza per avviare subito, con un assemblea che si svolgerà tra sabato e domenica, il congresso del partito. A favore hanno votato in 107 sì, 12 contrari e 5 astenuti. Sulla linea del segretario uscente, che ha parlato di «chiusura di un ciclo alla guida del Pd» si è schierata gran parte della rappresentanza calabrese. Ma se erano scontati i “sì” di Marco Minniti, Ernesto Magorno e Giuseppe Falcomatà e, in una certa misura, di Maria Carmela Lanzetta, lo erano un po’ meno quelli di Mario Oliverio ed Enza Bruno Bossio. Certo, il voto favorevole all’ordine del giorno non si traduce automaticamente in un sostegno nel congresso che verrà, ma è pur sempre un segnale importante. Prima bersaniani, poi “diversamente renziani”, Oliverio e Bruno Bossio si schierano, sulla tempistica per uscire dall’impasse dem, sulla linea del segretario uscente. Contrario, invece, Nico Stumpo, rimasto saldo su posizioni bersaniane.
Il presidente Matteo Orfini, al termine della riunione, ha deciso di mettere ai voti solo l’odg di maggioranza e considerare precluso quello presentato dalla minoranza, che aveva richieste opposte.
Il congresso si terrà con le «stesse regole dell’ultima volta», ossia nel 2013, quando Gianni Cuperlo sfidò l’ex premier e l’assise si concluse in due mesi e mezzo.
Sul piano politico, dunque, passa la linea di Renzi. Di fatto, una mediazione: congresso nei prossimi mesi e nessun approfondimento sulla data delle elezioni. Prima di tentare le urne, il segretario uscente chiederà una nuova legittimazione al popolo del Pd. E la cerca anche presto, evitando la ventilata ipotesi di una scissione. Scissione che, stando al voto emerso, anche l’ala calabrese del partito pare voler allontanare.
Il più lesto a intervenire, dopo il voto, è al solito il segretario regionale dem Ernesto Magorno: «La strada tracciata dal segretario Renzi – spiega –, ancora una volta, va nella direzione della responsabilità e della cura degli interessi e dei bisogni del Paese, prima ancora del partito. Una grande forza riformista, quale il Pd, assume sulle sue spalle l’onere di traghettare l’Italia verso una stagione al riparo da populismi e demagogie e per farlo sceglie la via maestra di un congresso vero, in cui si misureranno idee e linee politiche, superando quella conflittualità che finora ci ha invischiato in un dibattito interno poco costruttivo e inviso dalla gente. Il congresso servirà, dunque, per selezionare la leadership e restituirci un partito unito. La Calabria, il Pd Calabria si farà trovare pronto per questo appuntamento decisivo e daremo il nostro contributo per il futuro della più grande comunità politica riformista che in questo momento esiste in Europa».

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