LAMEZIA TERME La sala del Grand’Hotel Lamezia era gremita di gente, lunedì sera, per presentare l’ingresso del consigliere regionale Fausto Orsomarso, ex Azione nazionale, e del deputato Gianni Dima, ex Pdl, in Fratelli d’Italia. Gente stipata nella piccola saletta dell’hotel solo per vedere lei, Giorgia Meloni, presidente del partito, ex candidata a sindaco di Roma. Dopo l’arrivo di Raffaele Fitto e del suo Direzione Italia, e di Alemanno e Storace che, insieme a Peppe Scopelliti, hanno promosso il Polo Sovranista (sintesi di Azione Nazionale e La Destra), è stata la volta di Fratelli d’Italia. Il rossanese Ernesto Rapani rivendica la guida della destra e non le manda a dire ad Alemanno: «Dite ad Alemanno che la destra in Calabria c’è e riconosce un solo leader, Giorgia Meloni». Un entusiasta Giovanni Dima parla di «impegno rinnovato» e del compito che spetta, ora a Orsomarso, «allargare la compagnia in regione». Poi il copione riprende com’era avvenuto con Fitto e Alemanno: bordate al centrosinistra la cui azione Dima non esita a definire «un disastro pieno». In sala sono presenti il consigliere regionale di Forza Italia Domenico Tallini, Sano Zurlo, ex presidente della provincia di Crotone, e Luciano Vigna assessore al Comune di Cosenza. A Oliverio che «pontifica raccontando barzellette ai calabresi», va l’attacco di Fausto Orsomarso.
L’ATTACCO DI MELONI A MINNITI Sul tema dell’immigrazione Giorgia Meloni non ha esitato ad attaccare il ministro dell’Interno Marco Minniti. L’accoglienza ai migranti che sta operando il nostro Paese, per il presidente di Fratelli d’Italia non è solidarietà. «Intanto se sei solidale non fai lucrare le cooperative», ha sottolineato Meloni. «La solidarietà – ha precisato la deputata – non c’entra, si tratta di manodopera a basso costo». E qui arriva l’attacco a Minniti che ha proposto di impiegare gli immigrati nei lavori socialmente utili. «Ora, dato che in Italia non esiste una legge che consenta di imporre a qualcuno di lavorare gratis, non è vero che non li paghi perché paghi i contributi e la sicurezza sul lavoro. E in teoria gli paghi anche uno stipendio perché non puoi fare lavorare la gente gratis. Li paghi poco ma li paghi. Ma magari a qualche ragazzo italiano che, fra un esame e l’altro, vorrebbe lavorare per una cooperativa, farebbero comodo quei lavori socialmente utili». Oltre a questo però vi sarebbe di peggio nell’opera di Minniti. «Minniti dice – afferma Meloni – ai laureati gli facciamo fare lo stage in azienda. Così l’immigrato che arriva fa lo stage in azienda gratis e il ragazzo italiano laureato… fuori».
Oltre al tema dell’immigrazione, al centro del programma di Fratelli d’Italia, com’era già stato evidenziato dal Polo Sovranista, c’è il tema della salvaguardia dei prodotti italiani, del «basta ai capilista bloccati» (argomento che la avvicina anche a Fitto) e la partecipazione popolare attiva alla vita del partito, politica che sembra la sinistra non applichi più. Per concludere con un ultimo messaggio: «Al voto subito».
«IN CALABRIA NESSUNA RIVOLUZIONE» Anche sulla situazione calabrese, Meloni non ha lesinato paroline dolci per il governo regionale: «Non mi sembra che ci sia stato granché di cui parlare. Quindi, evidentemente, non c’è niente di rivoluzionario in quello che è stato fatto. La Calabria, si vede dai dati Svimez – ha aggiunto – esattamente come le altre regioni del Mezzogiorno d’Italia ha ancora grandi difficoltà. Penso che si possa fare molto di più a livello regionale. Penso che si potesse fare tantissimo di più a livello nazionale. Non basta prendere e nominare un sedicente ministro al Mezzogiorno, che poi era uno che faceva già il sottosegretario o il viceministro nei tre governi precedenti, per dire che ci si sta occupando del Mezzogiorno perché qui di risposte, di servizi, di infrastrutture, di risorse, di opportunità non ne sono arrivati». Poi il discorso si fa più politico. «In Calabria c’è un centrodestra che stiamo ricostruendo, c’è una destra che stiamo ricostruendo, c’è una proposta politica che vorremmo presentare e sulla quale stiamo lavorando e che rimette al centro della politica l’idea di sovranità». È il nodo di tutti i discorsi a destra, la sovranità: «Significa rimettere i cittadini al centro delle scelte e anche fare una politica che abbia come obiettivo unico quello di difendere gli italiani e l’interesse nazionale. Cioè l’esatto contrario di quello che in questi anni hanno fatto governi che, essendo calati dall’alto, non potevano difendere i bisogni del popolo». Non è facile trovare le differenze con quanto sostenuto nei giorni scorsi da Scopelliti, Alemanno e Storace. Le idee “sovraniste” sono ispirate ai medesimi principi. E il traffico, in quell’area politica che strizza l’occhio alla vecchia destra sociale, comincia a farsi sostenuto.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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