COSENZA Si attendono gli esiti delle analisi sull’acqua che esce dai serbatoi utilizzati per il rifornimento idrico della città dei Bruzi. I militari – su disposizione della Procura di Cosenza – la scorsa settimana hanno passato al setaccio la sede della Sorical, l’ufficio tecnico del Comune e appunto i serbatoi. Lo scopo è stato quello di acquisire documentazione contrattuale e compiere campionamenti sulla salubrità dell’acqua. L’attività è coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza e seguita personalmente dal procuratore Mario Spagnuolo e dall’aggiunto Marisa Manzini e scaturisce dalla perdurante crisi idrica che affligge la città di Cosenza. I magistrati hanno conferito delega ai carabinieri per cercare di capire che cosa stia accadendo in città sulla riduzione idrica. Si tratta di una iniziale attività di indagine che nasce anche da una serie di esposti arrivati in Procura in cui si evidenziano delle disfunzioni nella distribuzione dell’acqua e in cui si segnalano alcune anomalie. Per questo motivo il procuratore Spagnuolo e l’aggiunto Manzini hanno incaricato i carabinieri del Gruppo forestale di passare al setaccio alcuni pozzetti “incriminati”. Nello specifico, i finanzieri hanno controllato il livello di potabilità dell’acqua. L’obiettivo è verificare le modalità di erogazione dell’acqua e le cause delle interruzioni. I principali accertamenti sono stati eseguiti nel serbatoio Merone e in quello di via De Rada. In alcuni punti in cui hanno fatto i prelievi i carabinieri hanno evidenziato le strumentazioni in condizioni di carente igiene. E su questo che la Procura vuole vederci chiaro. La priorità è quella di capire la potabilità dell’acqua e le condizioni igieniche in cui viene erogata.
mi. mo.
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