COSENZA Sono al lavoro regolarmente – e qualcuno anche senza l’obbligo di firma – alcuni dei presunti “furbetti del cartellino” in servizio nel distretto di Rogliano dell’Asp di Cosenza, finiti nell’inchiesta coordinata dal procuratore capo Mario Spagnuolo, dall’aggiunto Marisa Manzini e dal sostituto Giuseppe Cava che martedì scorso ha portato all’esecuzione di 18 provvedimenti di misure interdittive nei confronti di medici e dipendenti dell’Azienda sanitaria provinciale di cui quattro sospensioni e 14 obblighi di firma alla polizia giudiziaria.
GLI INTERROGATORI In questi giorni si stanno svolgendo gli interrogatori davanti al gip di Cosenza Giuseppe Greco. Gli indagati si difendono e continuano a dire che quando erano fuori lo erano per motivi di servizio. Alcuni di loro sono andati in pensione nei mesi scorsi ma risultano indagati per episodi contestati quando erano ancora in servizio. Su alcune posizioni il gip ha revocato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Da valutare le posizioni delle persone sospese dell’incarico sulle quali il gip si deve ancora pronunciare. Al vaglio anche casi in cui alcuni degli indagati dovevano timbrare al distretto di Rogliano ma erano in servizio a Cosenza, almeno secondo quanto sostiene la difesa. Le indagini, condotte dall’aliquota operativa della Compagnia carabinieri di Rogliano, sono partite da numerose segnalazioni pervenute ai carabinieri che lamentavano il comportamento disinvolto di alcuni dipendenti dell’Azienda sanitaria provinciale che, anziché trovarsi sul posto di lavoro, venivano visti sistematicamente per le vie della cittadina occupati nelle faccende più disparate, dal fare la spesa al supermercato fino ad arrivare a spendere il tempo pagato dai contribuenti giocando alle slot machine.
Seimila ore di filmati e oltre duecento servizi di osservazione e ben 725 episodi di assenteismo documentati dai carabinieri, che hanno monitorato ogni movimento dei dipendenti. Ogni giorno c’era qualcuno che si occupava di strisciare i cartellini per tutti, scattava cosi la libera uscita in paese e anche in provincia. Infatti, c’era chi non si faceva scrupoli di accompagnare i figli a scuola per poi tornare tranquillamente a casa. C’era anche chi svolgeva attività nel proprio studio privato durante l’orario di servizio.
REVOCATA UNA MISURA Il gip di Cosenza ha revocato la misura cautelare applicata al dottor Domenico Andrieri nell’ambito del procedimento “All walking”. Il gip ha accolto la richiesta del difensore del dirigente medico, avvocato Vincenzo Saccomanno, all’esito dell’interrogatorio di garanzia nel quale l’indagato ha chiarito la sua posizione
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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