CATANZARO Il rafforzamento della legalità e lo sviluppo economico del Mezzogiorno passano anche per i fondi destinati dal ministero dell’Interno per il Pon Legalità 2014-20. I contenuti del piano e la dotazione finanziaria di 377 milioni di euro suddivisi in 5 assi di investimento da declinare in ognuna delle 5 regioni interessate dal piano Campania, Calabria, Puglia, Basilicata e Sicilia, sono stati illustrati da Matteo Piantedosi, autorità di gestione del Pon, in un incontro presso la prefettura di Catanzaro alla presenza di decine di sindaci calabresi, di Nicola Gratteri e Mario Spagnuolo, procuratori di Catanzaro e Cosenza, di Raffaele Mazzotta, procuratore generale della Corte d’Appello di Catanzaro, dei procuratori aggiunti di Cosenza e Catanzaro Eugenio Facciolla, Salvatore Curcio e Giovanni Bombardieri, e delle più alte cariche regionali delle forze dell’ordine.
Al fianco di Piantedosi, Luisa Latella, prefetto di Catanzaro, Sergio Abramo, sindaco del capoluogo, Elisabetta Belgiorno, capo dipartimento del ministero dell’Interno, e Antonio Viscomi, vicepresidente della giunta regionale. Proprio Viscomi, nel suo intervento, ha inteso sottolineare l’importanze della collaborazione tra le istituzioni: «Dal prefetto Latella ho imparato che se questa regione può cambiare, può farlo solo se le istituzioni collaborano. Costruire il senso di essere una comunità è l’argine più importante alla criminalità. E in questo senso, oltre al prefetto, voglio ringraziare, nonostante non sia potuto essere presente, il viceministro Bubbico per la vicinanza dimostrata in questi alla Calabria. Ogni iniziativa sui temi della legalità e della sicurezza, ritengo non sia mero esercizio dialettico, ma sia importante per la Calabria perché ci permette di porci una domanda cruciale: “Tu da che parte stai?”. A questa domanda, posta anche alla Regione Calabria, abbiamo risposto, ho risposto che siamo dalla parte della legalità, della trasparenza, delle forze dell’ordine, di Libera e Avviso Pubblico. In più, la mia presenza è la testimonianza di una regione che vuole stare dalla parte della responsabilità, non solo della legalità, bisogna capire che ogni nostro gesto non è mai indifferente, ha sempre una conseguenza a breve o a lungo termine».
Nell’introdurre il Pon Legalità 2014-20, che differisce dal precedente anche nel nome che per il 2007-13 era Pon Sicurezza, Piantedosi ha spiegato: «Rispetto al Pon precedente, il cambio non è solo nominale: presenteremo una gamma di possibilità per le istituzioni territoriali che possono realmente creare le condizioni per la diffusione della cultura e il supporto in termini di capitale umano per il contrasto alla criminalità».
Durante la giornata, sono stati illustrati le linee di intervento attraverso le quali si potranno declinare i progetti che i Comuni redigeranno. Tra le principali novità introdotte dal Pon Legalità, quella legata agli interventi di ristrutturazione di beni confiscati che verranno finanziati per il perseguimenti di fini istituzionali come ad esempio centri di accoglienza per immigrati regolari e richiedenti asilo e protezione internazionale. A ciò si aggiungerà un intervento per la realizzazione di una piattaforma digitale open data sul recupero e la gestione dei patrimoni confiscati. Il 30% delle risorse dell’intero Pon sarà destinato ad interventi su temi come l’assistenza nella gestione di impresa per le vittime di racket e usura, la formazione sulla gestione dei beni immobili e delle aziende confiscate, percorsi di reinserimento sociale e lavorativo di soggetti a rischio devianza, servizi di accoglienza per immigrati regolari e richiedenti asilo e azioni per il rafforzamento delle competenze della pubblica amministrazione, degli enti locali, del personale dell’Autorità nazionale beni confiscati e della forze dell’ordine.
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it
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