CROTONE «La clamorosa svolta dell’indagine della magistratura sul villaggio turistico “Marine” di Punta Scifo, a Crotone/Le Castella, che ha colpito iniziative edificatorie in area soggetta a triplice vincolo paesaggistico ed archeologico, impone alle istituzioni una adeguata capacità di analisi critica sugli strumenti di tutela che sono stati messi in campo per la difesa del patrimonio naturale e storico calabrese. La Regione Calabria non può non richiamare il grande elemento di novità determinato dalla definitiva approvazione nello scorso mese di agosto del “Quadro territoriale regionale a valenza paesaggistica”, che costituisce lo strumento primario di pianificazione territoriale in Calabria». È quanto dichiara, in una nota, l’assessore alla Pianificazione del Territorio Franco Rossi. «Con il Qtrp vigente – spiega Rossi -, infatti, non avrebbe potuto determinarsi lo scempio che è stato operato sull’area archeologica di Le Castella, in quanto tale strumento ha con chiarezza definito i vincoli che consentono alle aree archeologiche e di valore paesaggistico rilevante di avere sufficiente tutela contro ogni volontà di cementificazione e di mutamento dei luoghi a finalità speculativa».
«Il Qtrp, nelle sue “Disposizioni normative”, prevede infatti la tutela assoluta, con divieto di edificazione, dei beni paesaggistici inerenti le aree tutelate per legge, disponendo peraltro un vincolo generale sui terreni costieri compresi in una fascia di profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare, con salvaguardia integrale del patrimonio ambientale e storico. Parimenti il Qtrp – prosegue ancora Rossi – prevede disposizioni di tutela per le zone di interesse archeologico, che presentano un legame intrinseco tra resti archeologici e contesto paesaggistico, connotando il paesaggio con la compresenza di valori culturali, architettonici, storici, morfologici ed estetici, determinando vincoli assoluti di trasformazione dei luoghi soggetti ad autorizzazione paesaggistica».
«La Regione e la giunta regionale hanno, dunque, fatto il loro dovere introducendo norme di grande rigore di contrasto alla cementificazione dei luoghi a valore storico-archeologico e paesaggistico in Calabria, che – conclude Rossi – troveranno presto completamento nell’ambito dell’attività di copianificazione avviata con il Ministero dei Beni culturali per la redazione del Piano paesaggistico regionale»
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