ROMA C’è un lodo Minniti che potrebbe salvare il Pd dalla scissione. Si sostanzia in poche, chiare mosse che dovrebbero portare il partito al congresso passando prima per le urne ed evitando una finanziaria sanguinosa (e potenzialmente pesante sul piano elettorale). Ecco i passaggi, riportati questa mattina da Repubblica: elezioni politiche a settembre, nello stesso giorno di quelle tedesche, e con liste dem generose per la minoranza. E solo dopo, a dicembre, il congresso del partito. Il progetto è “firmato” da Minniti e Dario Franceschini. Un’idea si è trasformata in qualcosa in più nel corso di un pranzo, un summit d’emergenza con tutti i ministri del Nazareno. In una sala di Palazzo Chigi, assieme a Paolo Gentiloni, si cerca una strada per evitare il baratro e garantire la stabilità dell’esecutivo, con una “pax” che pare in cima anche alle priorità del Colle. Al piano, partorito dal ministro dell’Interno e limato da Franceschini, partecipa anche, con una sorta di timbro finale, anche Graziano Deirio. Lo scopo è quello di evitare rese dei conti sanguinose, tenendo dentro la minoranza ed evitando al governo in carica di dover varare una devastante manovra economica d’autunno, da scontare poi alle politiche del 2018. «Possiamo votare insieme alla Germania – ipotizza Minniti nel virgolettato riportato da Repubblica – e rimandare il congresso a fine anno». Nessuno si oppone. E il progetto potrebbe allettare anche Michele Emiliano e Pierluigi Bersani. Il punto è capire se la minoranza e i renziani torneranno a dialogare. E a fidarsi l’una degli altri.
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