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Giallo delle Serre, a Spadola arrivano i Ris

SPADOLA Continuano incessanti, ma all’insegna del massimo riserbo, le indagini dei carabinieri di Serra San Bruno sulla scomparsa di Bruno Lacaria, commercialista 52enne sparito da Spadola la matti…

Pubblicato il: 19/02/2017 – 11:12
Giallo delle Serre, a Spadola arrivano i Ris

SPADOLA Continuano incessanti, ma all’insegna del massimo riserbo, le indagini dei carabinieri di Serra San Bruno sulla scomparsa di Bruno Lacaria, commercialista 52enne sparito da Spadola la mattina dell’8 febbraio scorso. L’ultimo ad incontrarlo è stato il suo amico e compare d’anello Giuseppe Zangari, commerciante 46enne che, il giorno successivo alla scomparsa, è stato soccorso per un avvelenamento e ha raccontato di essere stato costretto a bere pesticida, sotto la minaccia di una pistola, da due uomini armati e a volto coperto che lo avrebbero raggiunto in un magazzino di sua proprietà. Proprio il negozio di Zangari, già posto sotto sequestro da diversi giorni, da domenica mattina è al centro di nuovi approfondimenti d’indagine condotti dal Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri. Gli uomini del Laboratorio mobile del Ris di Messina hanno infatti effettuato lunghi accertamenti all’interno dell’attività commerciale del 46enne, un negozio di attrezzi e prodotti per l’agricoltura che si trova alle porte di Spadola.
Dopo l’episodio dell’avvelenamento le condizioni di Zangari sono migliorate e l’uomo, da un paio di giorni, è stato dimesso dall’ospedale di Locri dove era stato ricoverato d’urgenza nel giorno successivo alla scomparsa del commercialista. Anche i dettagli di questa vicenda, evidentemente collegata alla scomparsa di Lacaria, sembrano ancora tutti da chiarire. Il commerciante già prima dell’episodio dell’avvelenamento era stato interrogato dai carabinieri guidati dal capitano Mattia Ivano Losciale. Almeno altre due volte, poi, gli inquirenti hanno raccolto le dichiarazioni dell’uomo, ma i tre verbali sono stati secretati.
Nei giorni scorsi si sono concluse le ricerche condotte nel bacino artificiale dell’Alaco dai sommozzatori del Nucleo operativo dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria, ma anche in questo caso di Bruno Lacaria nessuna traccia.

s. pel.

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