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Fusione Corigliano-Rossano, è scontro tra Geraci e Graziano

CORIGLIANO Il sindaco di Corigliano Giuseppe Geraci chiede al governatore Oliverio di stoppare il referendum propedeutico alla fusione del “suo” Comune con quello di Rossano. Geraci è sempre stato …

Pubblicato il: 20/02/2017 – 14:12
Fusione Corigliano-Rossano, è scontro tra Geraci e Graziano

CORIGLIANO Il sindaco di Corigliano Giuseppe Geraci chiede al governatore Oliverio di stoppare il referendum propedeutico alla fusione del “suo” Comune con quello di Rossano. Geraci è sempre stato favorevole all’ipotesi, ma alcuni fatti emersi negli ultimi giorni lo hanno indotto al ripensamento.
«Le motivazioni della mia richiesta – spiega – risiedono nelle affermazioni rese dalla consigliera comunale di Rossano Patrizia Curia che, in data 19 dicembre 2016, ha manifestato chiare preoccupazioni in relazione alla precarietà dei conti del suddetto Comune, tali da potere determinare addirittura il ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale ovvero il dissesto». Geraci è preoccupato da queste esternazioni e anche dall’intervista rilasciata a L’Eco dello Jonio dall’assessore al bilancio del Comune di Rossano, Nicola Candiano, «che ha dichiarato che i conti comunali sono affetti da una condizione di “febbre alta”. Un sospetto che ha generato – aggiunge Geraci – una circostanziata interrogazione fatta all’amministrazione rossanese dai consiglieri Comunali Tonino Caracciolo e Marinella Grillo, a tutt’oggi priva di riscontro, con la quale i medesimi hanno chiesto una formale risposta sullo stato dei conti comunali, attese le allarmanti voci di prossimità al default».
Il sindaco di Corigliano, poi, aspetta ancora una risposta dell’amministrazione “gemella” «al mio formale invito (del 30 gennaio 2017) a verificare tempestivamente lo stato dei conti che, stando alla stampa, sono alquanto precari e, in quanto tali, ragionevolmente preoccupanti per il buon esito della procedura di fusione». Di più: Cassano allo Ionio e Villapiana vorrebbero essere coinvolti nella fusione in atto. «Una pretesa che condivido – dice ancora Geraci – non fosse altro perché darebbe modo di generare una città da assoluto primato, conosciuta nel mondo, di certo funzionale a produrre un considerevole sviluppo dell’area dell’Alto Jonio, di crescita e di occupazione qualificata. Al riguardo, mi premurerò di sentire a breve le rappresentanze dei portatori di interesse, anche privato, presenti nel mio Comune in appositi appuntamenti di ascolto, all’esito dei quali relazionerò in Consiglio comunale allo scopo di integrare la delibera n. 3 dell’1 febbraio 2016. Nel contempo farò richiesta di approvazione di un apposito e consequenziale emendamento integrativo alla delibera consiliare approvata recentemente, su proposta del consigliere Graziano, dal Consiglio regionale nella seduta del 27 gennaio 2017, tale da consentire l’estensione della fusione quantomeno al Comune di Cassano allo Ionio».
Con lo stop chiesto da Geraci a Oliverio, dunque, l’iter per lo storico passaggio registra una brusca frenata. Il sindaco evidenzia che le dichiarazioni di Candiano «riguardano un’intervenuta nota della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti calabrese, ove vengono sottolineate importanti debolezze del bilancio rossanese, e la quasi ammissione della precarietà dei conti comunali e un saldo di cassa perennemente negativo, tali da non escludere la dichiarazione di dissesto. Un pericolo che, se tradotto in formale accertamento, ex d.lgs. 149/2011, e consequenziale assunzione di un provvedimento sanzionatorio del Giudice contabile, renderebbe impossibile la prosecuzione della intrapresa procedura, certamente non conveniente per i miei concittadini, in favore dei quali la mia amministrazione ha lavorato sin dal 2013 per garantire loro finalmente, dopo tre anni di gestione oculata e parsimoniosa, un bilancio comunale sostenibile».
Geraci arriva anche a quantificare il rallentamento: «Le chiedo – scrive a Oliverio – formalmente di volere rinviare ogni decisione, di almeno 90 giorni, riferita all’indizione del programmato referendum, allo scopo di verificare quanto necessario alla chiarezza e a formalizzare l’estensione della fusione al Comune di Cassano allo Ionio».

GRECO: MEGLIO SOPRASSEDERE Il consigliere regionale, Orlandino Greco, capogruppo di “Oliverio presidente”, dice di aver appreso «con grande rammarico della missiva indirizzata al presidente della Regione Mario Oliverio, dal sindaco di Corigliano Calabro Giuseppe Geraci, con la quale si chiede formalmente di soprassedere all’indizione del referendum consultivo». Greco, tuttavia, condivide le «perplessità avanzate dal sindaco Geraci, che vede nellaprecarietà dei conti del Comune di Rossano, che potrebbero addirittura scadere nel dissesto finanziario, un pericolo legittimo per la realizzazione, da lui stesso auspicata, della fusione». Un dubbio che l’ex sindaco di Castrolibero aveva avanzato, in una nota di qualche mese fa, in relazione alla fusione della grande Cosenza che, atteso il ricorso che i Comuni di Cosenza e Rende hanno fatto al predissesto, difficilmente raggiungerà il perfezionamento. «L’importanza della realizzazione di un nuovo ente – spiega –, che nasca dalla fusione di più realtà territoriali, nella fattispecie dei tre più importanti comuni della Sibaritide, se si aggiunge anche Cassano all’Ionio, non può essere messa in discussione da problematiche contingenti sottovalutate e non esaminate con il giusto spirito di responsabilità. Più che mettere in discussione o peggio inficiare in qualche modo quella che potrebbe diventare un’area di rilevanza strategica per la Calabria intera, sia come nuova grande città (che sarebbe la seconda in termini assoluti per numero di abitanti nella regione) sia come porto del Mediterraneo, non fosse altro per le peculiarità che caratterizzano la Città Ausonica e quella bizantina, è meglio soprassedere, così come richiesto dal primo cittadino, e attendere il corso delle cose». 

GRAZIANO: OLIVERIO INDICA IL REFERENDUM «Senza alcun ulteriore tentennamento, il presidente Oliverio, in virtù dell’autorità conferitagli, emani subito il decreto di indizione del referendum consultivo sulla fusione dei comuni di Corigliano e Rossano. Si dia possibilità e autorità ai cittadini di esprimersi attraverso le urne, così come prevede la Legge». È quanto dichiara, in una nota, il segretario questore del consiglio regionale Giuseppe Graziano che chiede al governatore l’applicazione delle procedure previste dalle Legge regionale sulla fusione dei Comuni di Corigliano-Rossano approvata in aula lo scorso venerdì 27 gennaio. «La personale opinione di Geraci – tuona – non trova alcuna legittimazione e giunge fuori tempo massimo. Il sindaco di Corigliano, che alla vigilia dell’indizione delle consultazioni popolari si ritrova – tra lo stupore di tutti – ad essere contrario al processo di unificazione dei due Municipi, ha tutto il sacrosanto diritto di costituire il comitato per il “No” e di fare, da quella posizione, ogni legittima opposizione al progetto di fusione. Ma non tenti, attraverso il suo ruolo istituzionale, di ostacolare l’iter amministrativo e plebiscitario. Perché – non dimentichi – la sua posizione oggi, una volta esauritisi i doverosi passaggi all’interno dei Consiglio comunali, della Prima Commissione e del Consiglio regionale, ha eguale valore di quella di un qualsiasi cittadino che sarà chiamato a decidere attraverso il voto». «Attendiamo, ormai ad ore – dice Graziano –, il decreto presidenziale di indizione del Referendum. Il processo consultivo, ultimo e determinante step verso la fusione, è ormai avviato e non può essere interrotto. Da nessuno».
Secondo il segretario questore di Palazzo Campanella, «c’è una Legge da far rispettare, approvata dal Consiglio regionale dopo aver assolto tutti i passaggi burocratici e amministrativi e soprattutto, dopo aver chiarito ogni dubbio o legittima perplessità degli enti e delle istituzioni interessate. Anche quelle che oggi, in modo del tutto anacronistico e oggettivamente dissennato, avanza il sindaco di Corigliano». «Le obiezioni di Geraci – aggiunge Graziano – relativamente alle prospettive finanziarie e di bilancio derivanti dalla fusione dei due Comuni, sono state ampiamente c
hiarite in seno alla I Commissione Affari Generali, nello scorso mese di gennaio. E precisamente l’art.12 della legge regionale precisa, in modo inequivocabile, che il Comune di nuova istituzione è soggetto alle nuove disposizioni del D.Lgs 78/20120 in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica, attraverso piani pluriennali di pareggio del debito. Dunque anche nel caso in cui, a seguito della fusione, dovessero sorgere problemi di natura finanziaria – prosegue Graziano – interverebbe la normativa con appositi provvedimenti risolutivi. Del resto è prerogativa nel nuovo assetto dello Stato favorire l’unificazione delle realtà locali! Quindi, Geraci dorma sonni tranquilli. Anche se questo eccesso di premura e preoccupazione suona qualche nota stonata. Diversamente il sindaco di Corigliano ci spieghi perché se la fusione tra Corigliano e Rossano rischia di creare un nuovo comune in default, la stessa inquietudine svanisce se la fusione viene allargata ad altri Comuni. Allora – si chiede Graziano – la sua è una obiezione di sostanza oppure una becera questione di campanile?». «Da cittadino dell’Area urbana sono indignato – conclude Graziano – perché ho già vissuto questi momenti a metà degli anni ’90. Quando ci fu l’ultima chiamata per la Provincia della Sibaritide e per colpa della cecità politica e delle personalissime diversità di vedute degli allora amministratori, tra i quali c’era anche Geraci, sfiorì un sogno di autonomia per questo territorio i cui risultati nefasti si registrano ancora oggi con il continuo depauperamento di servizi e diritti».

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