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Il bando della Regione fa ricchi i notai

CATANZARO Non che i notai abbiamo bisogno di aiutini pubblici per ritoccare verso l’alto il loro reddito, ma l’ultima trovata della Regione ha fatto sorgere più di qualche dubbio ai partecipanti al…

Pubblicato il: 20/02/2017 – 12:50
Il bando della Regione fa ricchi i notai

CATANZARO Non che i notai abbiamo bisogno di aiutini pubblici per ritoccare verso l’alto il loro reddito, ma l’ultima trovata della Regione ha fatto sorgere più di qualche dubbio ai partecipanti al bando “Ricerca e Sviluppo”. Colpa di un cavillo inedito: le aziende che hanno formato partnership con privati o atenei erano obbligate a far autenticare il contratto di “collaborazione” (tecnicamente si tratta di un’Associazione temporanea di imprese, Ati, o di un’Associazione temporanea di scopo, Ats) prima di partecipare al bando. «È la prima volta che accade», hanno spiegato alcuni esperti contattati dal Corriere della Calabria. Di solito la procedura è diversa: si autentica il contratto soltanto dopo la conclusione del bando. E in effetti la normativa di riferimento, pur prevedendo l’autenticazione dell’accordo, non fa riferimento ai tempi.
La scelta della burocrazia regionale ha creato qualche problema alle imprese partecipanti. Prima un po’ di trambusto per organizzarsi, visto che alcuni partner erano extra-regionali, poi il ricorso al portafogli. Nella maggior parte dei casi, infatti, per l’autentica gli imprenditori sono stati costretti a rivolgersi a diversi studi notarili. Da quasi tutti i Comuni (fa eccezione quello di Rende), infatti, è arrivato un niet.
Risultato: in prossimità della scadenza del bando, gli uffici dei notai si sono trasformati in catene di montaggio pronte ad autenticare decine di Ati (o Ats) in una sola mattinata. A prezzi, in certi casi, non proprio modici. Servono centinaia di euro per definire una pratica. Con una stima che fissa i progetti partecipanti tra i 200 e i 250, le proporzioni del business non sono trascurabili. Ogni “catena di montaggio” aveva un valore potenziale di 10-15 mila euro. Solo i fortunati che hanno trovato un Comune disponibile sono riusciti a evitare il salasso, tutti gli altri hanno pagato. E avrebbero volentieri evitato di farlo. (ppp)

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