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La maggioranza perde la partita a golf

REGGIO CALABRIA Doveva essere un ace, invece è stato un colpo fallito a pochi centimetri dalla buca. Il gergo non è casuale: la legge regionale sul golf ha fatto flop, rinviata quando sembrava fatt…

Pubblicato il: 20/02/2017 – 18:58
La maggioranza perde la partita a golf

REGGIO CALABRIA Doveva essere un ace, invece è stato un colpo fallito a pochi centimetri dalla buca. Il gergo non è casuale: la legge regionale sul golf ha fatto flop, rinviata quando sembrava fatta e la partita vinta. Forse per la prima volta nel corso della legislatura, la minoranza – che oggi ha riguadagnato alla causa Wanda Ferro – porta a casa un punto. Sicuramente anche a causa delle diatribe tutte interne alla maggioranza. Sul testo, che vede come primo firmatario Orlandino Greco (gli altri sono D’Acri, D’Agostino, Pasqua e Sergio), divampano fin da subito le polemiche. E stavolta ad alimentarle è lo stesso governatore, che va su tutte le furie quando scopre che nel testo non è specificato con chiarezza che la legge non comporta oneri finanziari a carico della Regione.
Nel suo primo intervento, infatti, Oliverio aveva ribadito come la norma fosse a «costo zero»: «Non è una legge alla Robin Hood al contrario, che sottrae risorse alla povertà per finanziare i golfisti». Arrivato il momento di votare, tuttavia, il presidente della Regione si accorge che qualcosa non va. E, durante una sospensione dei lavori, inizia a urlare all’indirizzo del presidente Nicola Irto e del segretario generale del Consiglio, Maurizio Priolo. Poi, a lavori ripresi, prende la parola: «Chiedo formalmente alla presidenza del Consiglio di chiarire se questa legge comporta oneri a carico del bilancio regionale. Perché qualora li comportasse, io sarei contrario». Altra pausa, Irto e i suoi si adoperano e, pochi minuti dopo, arriva il responso: «Nessun onere finanziario a carico della Regione Calabria».
Bene, si procede. L’Aula ora esamina la proposta di rinvio della legge avanzata dall’esponente di minoranza Francesco Cannizzaro (Cdl): 11 contrari e 6 a favore (tra cui anche Vincenzo Pasqua che, oltre a essere un componente della maggioranza, è anche cofirmatario della legge). Si vota subito. Almeno, così sembra. Perché, un minuto dopo, la minoranza abbandona l’aula. Ci rimane Mimmo Tallini (Misto), che ottiene la conta nominale per verificare la presenza del numero legale. I banchi della maggioranza sono semivuoti e il tetto minimo non è garantito. Irto è quindi costretto a dichiarare chiusa la seduta. Anzi, la partita. Maggioranza sconfitta.

OLIVERIO Eppure tutto sembrava andare per il meglio. Lo stesso Oliverio, prima della sfuriata, nel testo aveva intravisto «coerenza rispetto alla impostazione programmatica che ci siamo dati. Questa proposta di legge è a costo zero e tende a definire un quadro di riferimento per intercettare una nicchia di domanda turistica, che è anche quella degli amatori del golf. Una regione che ha problemi sociali gravi, non può ricorrere sempre al piagnisteo per ingessarsi e amputare ogni possibilità di carattere strutturale».
«Si tratta – aveva spiegato Greco – di riuscire a colmare un vuoto. È necessario non pensare a un semplice campo da golf, ma alla destagionalizzazione di un pacchetto turistico. La Calabria può e deve diventare un territorio che riesce ad attrarre un mercato che coinvolge milioni di giocatori».
Decisamente ironico Tallini: «Risolto il problema della disoccupazione. Nella mia vita ho incontrato migliaia di cittadini, ma non mi è mai capitato di conoscere qualcuno che giocasse a golf. Invece di discutere dei tanti precari della Calabria, il Consiglio decide che questa è una priorità. È una proposta ridicola che forse serve a qualche amico di Orlandino Greco». Dichiarazione che al consigliere di centrosinistra non è andata giù: «Tallini sta parlando di se stesso, della sua storia. La mia è diversa dalla sua e non gli permetto di fare illazioni. Io ho la coscienza a posto».
«Con questa legge – ha osservato ancora Michele Mirabello (Pd) – non risolviamo i danni di questa terra, ma puntiamo sull’innovazione e su uno sviluppo ampio di questa regione». Anche Orsomarso, come Tallini, ha chiesto invece interventi urgenti a favore di un tessuto sociale decadente e in forte difficoltà. Dubbioso Baldo Esposito (Ncd) che, così come prima aveva fatto Pasqua, ha invocato chiarimenti in relazione agli incentivi premiali previsti dalla legge.
Chiarimenti che poi sono arrivati per bocca di Irto (su sollecitazione di Oliverio). Non è bastato: la maggioranza torna a casa con una sonora sconfitta. E dire che sembrava un colpo facile.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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