CATANZARO Le porte girevoli del consiglio regionale non si fermano mai. La Corte costituzionale ha discusso oggi il caso che riguarda il seggio attualmente occupato da Giuseppe Graziano e conteso dal primo dei non eletti nella lista Casa delle libertà nel collegio Nord, Gianluca Gallo. La Consulta non ha ammesso la costituzione in giudizio dello stesso Graziano, in quanto l’istanza è stata formalizzata oltre i tempi di presentazione stabiliti per legge. Accolta, invece, la costituzione di Gallo, i cui legali – Oreste Morcavallo e Francesco Paolo Gallo – hanno esposto davanti agli ermellini le motivazioni già contenute nelle memorie depositate in passato. La sentenza della Corte costituzionale verrà probabilmente emessa tra una ventina di giorni.
SENTENZA E RINVII La contesa nasce nel gennaio 2015, quando Gallo chiede al Tribunale di Catanzaro di dichiarare la ineleggibilità di Graziano in virtù del ritardo con cui quest’ultimo si era messo in aspettativa dal ruolo di vicecomandante regionale del Corpo forestale dello Stato. Il termine previsto era il 29esimo giorno precedente la data del voto regionale, avvenuto il 23 novembre 2014. L’attuale segretario-questore del Consiglio avrebbe invece formalizzato l’aspettativa solo il 10 novembre. La tesi dei legali di Gallo è stata poi accolta dal Tribunale di Catanzaro, che ha dichiarato ineleggibile Graziano. Il quale, a sua volta, ha impugnato la sentenza davanti alla Corte d’appello. I giudici di secondo grado, dopo aver accolto la richiesta dei legali del consigliere in carica, Alfredo Gualtieri e Federico Tedeschini, hanno rimesso la causa alla Consulta, al fine di valutare la legittimità
costituzionale della norma secondo cui la richiesta di aspettativa del dipendente candidato alle elezioni deve tener conto del termine di 5 giorni entro cui l’amministrazione deve pronunciarsi sulla richiesta, senza consentire, dunque, l’immediato collocamento in aspettativa.
I PRECEDENTI L’assegnazione dei seggi per via giudiziaria sembra una costante in questa legislatura. Proprio ieri l’ex candidata alla presidenza della Regione, Wanda Ferro, si è insediata in Consiglio al posto di Giuseppe Mangialavori. Un avvicendamento imposto prima dalla Corte costituzionale, che ha abrogato parzialmente la legge elettorale calabrese, e poi dal Tar, a cui è toccato stabilire quale tra i consiglieri del centrodestra dovesse lasciare il posto all’ex presidente della Provincia di Catanzaro. Mangialavori, dal canto suo, ha già presentato ricorso al Consiglio di Stato.
L’ormai ex consigliere aveva vinto una prima battaglia giudiziaria per conservare il seggio a scapito di Claudio Parente, primo dei non eletti nella Casa della libertà nella circoscrizione Centro. La Cassazione aveva infatti respinto il ricorso presentato dal politico catanzarese, secondo cui Mangialavori non sarebbe stato eleggibile in quanto, al momento della presentazione delle liste elettorali, ricopriva la carica di direttore sanitario dell’istituto clinico Salus Mangialavori, convenzionato con la Regione.
L’ultima porta girevole riguarda Graziano e Gallo.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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