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«L'agricoltura cresce? Merito delle imprese»

I numeri contenuti nel Rapporto Ismea-Svimez dedicato all’agricoltura nel Mezzogiorno sono confortanti, inducono all’ottimismo e consentono di esprimere più d’una soddisfazione ma attenti a non sca…

Pubblicato il: 21/02/2017 – 16:32
«L'agricoltura cresce? Merito delle imprese»

I numeri contenuti nel Rapporto Ismea-Svimez dedicato all’agricoltura nel Mezzogiorno sono confortanti, inducono all’ottimismo e consentono di esprimere più d’una soddisfazione ma attenti a non scadere, come al solito, nel vuoto e formale trionfalismo, nel retorico esercizio di dichiarazioni celebrative.
La nostra vocazione agricola è, infatti, un dato incontrovertibile, il nostro presente agroalimentare è sotto gli occhi di tutti, il futuro è invece ciò che tutti insieme abbiamo il dovere di immaginare e costruire; perché se i dati di Ismea-Svimez fotografano un dinamismo incontestabile devono però servire a motivare un impegno ancor più chiaro, deciso, efficace. 
Sinteticamente possiamo dire che la crescita del valore aggiunto, delle esportazioni, degli investimenti e dell’occupazione non fa che confermare ciò che noi tutti sappiamo da tempo: il Sud ha nell’agricoltura un punto di forza la cui vitalità è tale da far registrare numeri più positivi rispetto alle storiche aree produttive del Paese. 

L’aumento dell’imprenditorialità giovanile, con 20mila imprese nate al Sud e con più di duemila domande di primo insediamento in Calabria, consentono non di ribaltare ma quantomeno di alleviare le considerazioni sui giovani in fuga e sull’impossibilità di immaginare un percorso lavorativo nelle nostre regioni. 
Il fatto che la Calabria sia alle prime posizioni di questo positivo e incoraggiante rapporto è motivo di ulteriore compiacimento. 
Questi numeri però contengono anche tutti gli elementi utili a comprendere le nostre debolezze, l’agricoltura meridionale e quella calabrese in particolare va avanti sì ma ha anche uno straordinario e inespresso potenziale.

Come testimoniano i dati sull’export – e cioè il percorso che determina più redditività per le imprese – l’aumento del 15% è senz’altro positivo ma l’intero meridione costituisce solo il 30% del totale delle esportazioni; la Calabria, in particolare, sull’export è ancora drammaticamente indietro. 
Tutto ciò vuol dire che va fatto un robusto lavoro di consolidamento e sviluppo, elaborando una strategia condivisa che affianchi e accompagni l’attuazione del Psr.

Se invece si scadrà, anche questa volta, nel trionfalismo fine a se stesso avremo perso l’ennesima occasione utile anche perché molti di quei dati per quanto positivi sono diretta conseguenza di un preciso momento congiunturale, le imprese sanno bene – invece – che sotto il profilo strutturale la situazione è ben diversa ed è lì che occorre intervenire!

Infine ed a scanso di equivoci vorrei precisare che i meriti – se ce ne sono – vanno riconosciuti e dati alle imprese perché investire in agricoltura e mantenere le aziende in Calabria è esercizio di coraggio prima ancora che d’impresa. 
Siamo ancora in attesa, infatti, che si affermi definitivamente una agri-cultura.

*Presidente Confagricoltura Calabria

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