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Soveria, inaugurato il nuovo Pronto soccorso

SOVERIA MANNELLI Il presidente della Regione, Mario Oliverio, ha inaugurato questa mattina, alla presenza di autorità civili, politiche e religiose, sindaci, amministratori locali, personale sanita…

Pubblicato il: 21/02/2017 – 15:03
Soveria, inaugurato il nuovo Pronto soccorso

SOVERIA MANNELLI Il presidente della Regione, Mario Oliverio, ha inaugurato questa mattina, alla presenza di autorità civili, politiche e religiose, sindaci, amministratori locali, personale sanitario e parasanitario e numerosi cittadini, i locali del nuovo Pronto soccorso nel presidio ospedaliero di Soveria Mannelli. Una struttura completamente rinnovata e dotata di moderne tecnologie, che sarà punto di riferimento per le emergenze della vasta utenza sanitaria del territorio montano del Reventino, un’area centrale della Calabria che comprende le popolazioni residenti tra le province di Cosenza e Catanzaro.
«Qui – ha detto Oliverio – c’è un esempio concreto di come bisogna operare in direzione della costruzione di un sistema sanitario capace di garantire la tutela della salute dei cittadini. In Calabria, lo sappiamo tutti, da anni viviamo una situazione difficile. Per un lungo periodo di tempo abbiamo assistito al depauperamento progressivo dei nostri servizi sanitari; abbiamo visto i nostri concittadini partire, affrontare sacrifici e drammatici viaggi della speranza e ricorrere fuori dalla nostra regione per essere curati. Ora è giunto il momento di invertire questo trend negativo. Per farlo bisogna ripartire dai territori, dotandoli dei primi, necessari presidi di tutela della salute».
«Comuni come Soveria Mannelli, San Giovanni in Fiore, Acri e Serra San Bruno – ha proseguito – sono realtà di montagna nelle quali ci sono presidi ospedalieri che sono irrinunciabili e indispensabili per le popolazioni di questi territori. Queste realtà non possono assolutamente rinunciare ai loro presidi ospedalieri. E noi, lo ribadisco anche oggi da Soveria, non possiamo né vogliamo rinunciare a garantire alle popolazioni che vivono sulla montagna e sulla collina, i servizi sanitari essenziali, che sono la prima condizione di sicurezza per un territorio. Diciamo questo non per fare demagogia o populismo a buon mercato. Sappiamo bene che molte strutture sanitarie andavano chiuse, ma sappiamo anche che molte altre strutture come questa sono state ingiustamente depotenziate. Intendiamoci: nessuno può pensare di avere in ogni parte del territorio servizi di eccellenza e alte specialità. Chi lo pensa è un folle o un demagogo, ma le garanzie minime, il diritto inalienabile alla tutela della salute per ogni cittadino non può essere né cancellato, né offuscato. Per garantire a tutti questo diritto bisogna costruire un sistema sanitario regionale adeguato ai bisogni della gente, passando da un approccio meramente ragionieristico ad una riorganizzazione adeguata dei servizi e pienamente rispettosa dei diritti di ognuno. Tagliare gli sprechi significa eliminare doppioni e spese inutili, ma non i servizi fondamentali. Occorre tagliare dove c’è da tagliare e qualificare e potenziare dove c’è da qualificare e potenziare, collegando in rete i servizi presenti sul territorio con gli ospedali “Spoke” e “Hub”. A qualche chilometro da quì c’è l’ospedale di Lamezia Terme, che ha subito anch’esso processi di depauperamento. Anche quell’ospedale deve essere rilanciato e potenziato. La rete deve essere impostata secondo una visione di scala che tenga presente e valorizzi le eventuali eccellenze che sono sul territorio. A tal proposito colgo l’occasione per informarvi che abbiamo destinato a questo ospedale, nella gestione dei fondi ex articolo 20, un milione di euro per il potenziamento del Centro Protesi, una realtà importante presente in questo territorio che per un lungo periodo di tempo è stato un punto di riferimento per tutta la Calabria».
«Mi auguro – ha concluso il presidente della Regione – che la stagione del depauperamento e dei commissari, che in modo burocratico hanno affrontato i problemi della sanità nella nostra regione per sei lunghi anni, si chiuda una volta per tutte. I calabresi hanno gli stessi diritti dei cittadini lombardi, veneti o piemontesi ad avere prestazioni sanitarie che rispondano a standard di efficienza e qualità. Il diritto alla salute è un diritto di tutti e ad esso noi non vogliamo assolutamente rinunciare. Su questa strada andremo avanti con determinazione, perché siamo sicuri di difendere gli interessi della nostra comunità e di dare voce alla nostra gente. Continueremo a farlo con grande serietà e responsabilità, ben sapendo che i problemi spesso sono complessi e non è facile risolverli dalla sera alla mattina».

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