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Il vero compito della politica

Il consiglio regionale è la massima assise dove sono approvate leggi, discusse mozioni e presi in esame interventi e proposte con l’unico scopo e fine di contribuire al benessere e allo sviluppo di…

Pubblicato il: 22/02/2017 – 10:08
Il vero compito della politica

Il consiglio regionale è la massima assise dove sono approvate leggi, discusse mozioni e presi in esame interventi e proposte con l’unico scopo e fine di contribuire al benessere e allo sviluppo di ogni contesto territoriale, realtà e comunità e quindi dell’intera regione. Quel civico consesso che nel rispetto delle parti e dei ruoli deve di concerto, anche attraverso posizioni divergenti, trovare soluzioni alle questioni poste in essere e offrire opportunità di crescita sfruttando e prendendo in considerazione idee e sollecitazioni che pervengono dal confronto aperto anche con altre realtà che sono diventate case history di buone pratiche e in generale dal resto del mondo che oggi, ancora più del passato, non permette ritardi e indugi sulle scelte, anche per quanto visionarie e avventuristiche possano sembrare.
Le problematiche, le emergenze sociali, le inefficienze, le mancanze di questa terra sono sotto gli occhi di tutti, alcune sono così ataviche che hanno cancellato ogni barlume di speranza, di volontà di lottare per un futuro diverso e migliore e di credere in un cambio di rotta imprescindibile in ogni ambito e contesto.
Sarebbe bello possedere una bacchetta magica che in un sol colpo potesse cambiare lo stato di cose e mettere ordine nella confusione generale che da troppo tempo sovrasta ogni azione e comportamento.
Una seria e mirata progettualità, una programmazione a lungo termine, investimenti di risorse e capacità, progetti a lungo raggio, sono gli strumenti che, in mancanza della bacchetta, la politica possiede ed ha a disposizione per generare sviluppo e imprimere un’accelerazione alla crescita economica e sociale.
Ogni azione, ogni progetto, ogni investimento messo in atto non esclude un altro, non è a prescindere da altre situazioni e non cancella emergenze o problematiche che esigono di essere risolte, in funzione e in coerenza anche dell’impegno politico assunto.
Occupazione, crescita economica, sviluppo dei territori, aumento del Pil, abbattimento della soglia di povertà, sono i punti cardine su cui poggia un vero e sano agire politico, che ha in sé il germe delle buone pratiche e come fine ultimo il benessere dei cittadini.
Misure come il reddito di cittadinanza e mobilità se da una parte rispondono ad esigenze primarie di sussistenza e vivibilità ed è un diritto fondato sulla dignità della persona da soli non bastano e non sono i mezzi che possono garantire occupazione, principalmente alle nuove generazioni.
Disegnare uno scenario strategico attraverso un processo di pianificazione, d’investimenti, un percorso di partecipazione di ogni soggetto coinvolto e proponente, sia esso pubblico sia privato, è la strada ottimale da perseguire per raggiungere fini ed obiettivi che vanno nella direzione della costruzione di nuove opportunità e soprattutto di lavoro inteso come tale.
Il riconoscimento e la consapevolezza del proprio patrimonio, la riscoperta e la valorizzazione dei territori e il rispetto dei caratteri distintivi, servono come riattivazione del valore intrinseco delle proprie risorse e potenzialità, su cui bisogna credere e puntare. (Matera, altrimenti, non sarebbe mai diventata Capitale Europea della Cultura!).
Prendere in esame e gestire azioni di governance diversificati, nuovi e fuori dai contesti ordinari, rapportarsi a realtà più grandi che hanno avuto la visione d’insieme e hanno creduto nel proprio valore aggiunto, pretendere quella visibilità e considerazione bistrattata da stereotipi e preconcetti che hanno frenato anche il solo pensiero di potercela fare, devono diventare il movente di atti positivi e propositivi soprattutto da parte di una politica che vuole offrirsi come risoluzione delle difficoltà e incertezze e non certo offrendo casi di impeachment.
Non si può più prescindere, dunque, da un governo della res publica che punti a logiche di qualità e innovazione, valorizzazione di ogni peculiarità, eccellenza e risorsa umana, atti a dare a quei tanti giovani, chiamati in causa costantemente, un reale motivo per rimanere senza preferire o essere obbligati ad emigrare, offrire loro un’occupazione vera dove potersi esprimere e trovare lo stimolo giusto per costruire qualcosa di solido e di duraturo.
Confrontare ed equilibrare le scelte tra espansione e ristrutturazione, commercio, industria, agricoltura, tecnologia, welfare, per una qualifica complessiva dei sistemi funzionali a rimettere in moto un’economia da troppo tempo ferma e imbrigliata in complicazioni, vere o presunte, che ne continuano a frenare il corso.
L’assunzione di tutti questi elementi e l’abbattimento di ogni atteggiamento ostativo sono la posta in gioco che la Calabria ha sul tavolo e non è più possibile e pensabile abbandonare la partita, più di tutto a carte scoperte; rinunciare a mettersi in discussione per partito preso, per seguire logiche di sistema fallimentari e rovinose che non hanno fatto altro che escludere questa regione da ogni competizione nazionale e internazionale, limitandone anche il progresso interno.
E non si tratta più di treni o binari ma semplicemente di responsabilità, giudizio critico e ragionevolezza d’intenti nel trattare i termini in maniera non distruttivi, non offensivi versi posizioni diverse e divergenti e specialmente scevri da un’incoerente demagogia e da falsi populismi.

*Capogruppo “Oliverio Presidente” consiglio regionale

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