REGGIO CALABRIA Il presidente della sezione del Tar di Reggio Calabria, Roberto Politi, ha inaugurato l’anno giudiziario parlando di «straordinari risultati conseguiti nel corso del 2016 grazie ad un lavoro improntato a un forte senso di appartenenza istituzionale». Politi ha detto che «le sentenze sono state 1.242, con un incremento dell’11,99% rispetto al 2015, del 72,98% rispetto al 2014 e del 122,18% con riferimento al 2013, nonostante il decremento di un unità di personale di magistratura».
Il presidente della sezione del Tar di Reggio ha sottolineato inoltre «il dato significativo del decremento delle pendenze – dalle 3.799 del 2015 si è passati alle 2.665 del 2016, per complessivi 1134 ricorsi – grazie all’avvento della firma digitale dei provvedimenti giurisdizionali, che con l’avvio dal primo gennaio di quest’anno del Processo amministrativo telematico, hanno prodotto incisive modificazioni all’attività giudiziaria».
Politi ha posto anche l’accento sul dato dei «ricorsi per ottemperanza, che hanno rappresentato – ha detto – il 38,82% di quelli complessivamente proposti, a riprova di una situazione di diffusa “sofferenza” dei crediti vantati nei confronti della Pubblica amministrazione che caratterizza questa realtà territoriale, segnatamente per quanto concerne il settore sanitario. In una provincia contrassegnata da diffusa criticità nella ripresa dell’attività imprenditoriale – ha rilevato – ritengo rivesta particolare rilievo il soddisfacimento delle sofferenze creditorie da parte della Pubblica amministrazione debitrice, suscettibile di consentire l’acquisizione, per gli aventi diritto, di disponibilità finanziarie per essere reimpiegate sul mercato».
Politi ha anche risposto «alle critiche non troppo indirettamente rivoltemi – ha detto – anche da esponenti di vertice di organismi delle categorie produttive per orientamenti giurisprudenziali ritenuti troppo “rigidi”, che non hanno avuto e non avranno mai alcuna possibilità di determinare ricadute decettive sul sereno e coscienzioso perseguimento degli ideali di Giustizia e Legalità. Sentiamo il dovere di ribadire con accresciuta convinzione un forte richiamo alla coscienza morale dei cittadini per un intransigente contrasto alla diffusione di variegate e pervasive patologie discorsive, dovute non soltanto alla capillare presenza della criminalità organizzata di stampo ‘ndranghetistico, ma anche alla valenza decettiva, talora opera di consorteria e fenomenologie variamente “associative”, che diffusamente inquinano, ad ogni livello, la gestione della cosa pubblica e la correttezza delle civile convivenza».
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