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Salta l'accordo sulla metro. Occhiuto: «Non mi fido più»

COSENZA «Domani non sarò a Catanzaro per la firma dell’accordo con la Regione. Voglio essere chiaro, perché altrimenti si può creare confusione fra i cittadini che giustamente non riescono a compre…

Pubblicato il: 26/02/2017 – 16:09
Salta l'accordo sulla metro. Occhiuto: «Non mi fido più»

COSENZA «Domani non sarò a Catanzaro per la firma dell’accordo con la Regione. Voglio essere chiaro, perché altrimenti si può creare confusione fra i cittadini che giustamente non riescono a comprendere le ragioni delle parti ascoltando le mie dichiarazioni e quelle di Oliverio». Mario Occhiuto, secondo una prassi che si va consolidando, affida a Facebook i suoi pensieri sulla scontro che vede il Comune contrapposto alla Regione sulla realizzazione della metropolitana leggera.
«I motivi – spiega – derivano dal fatto che la Regione mi ha restituito la bozza di accordo l’ultimo giorno prima della firma, modificando alcune questioni che ritengo fondamentali a garanzia della città di Cosenza. Le nostre richieste non sono sicuro che in questo modo saranno poi concretamente rispettate, dopo essere state formalmente quasi tutte accolte. È anche, lo ammetto, una questione di fiducia reciproca». Sta qui il nocciolo della questione: il rapporto tra Occhiuto e Oliverio si è incrinato. Divergenze strategiche sulle grandi opere e sulla gestione del servizio idrico hanno frenato i tiepidi passi in avanti registrati nelle scorse settimane.
Per il sindaco, però, le questioni sono anche tecniche. Elenca i punti controversi, Occhiuto: «1) avevamo concordato un accordo complessivo sul tema della mobilità e delle opere pubbliche in città, e invece nel titolo e nell’incipit dell’art. 1 la Metro torna ad essere predominante. Eliminato l’approccio più complessivo; 2) la Regione ha appaltato un’opera in modo irregolare (senza il preventivo accordo di programma quadro con il Comune) e adesso in tutte le premesse di questa bozza troviamo citazioni di atti già deliberati dal Comune di Cosenza, quasi a disegnare il presente Apq come automatico e doveroso (cosa che assolutamente non è). Quasi fosse un atto di ratifica. Del resto all’art. 1 si legge “fatti salvi e confermati gli effetti già prodotti dal provvedimento conclusivo della conferenza dei servizi; 3) viene eliminata la riqualificazione della stazione autolinee (1,60 milioni); 4) viene eliminata la viabilità alternativa (0.80 milioni); 5) il finanziamento per i percorsi ciclopedonali si riduce da 4 a 2 milioni; 6) si parla di possibilità e non di obbligo di utilizzo di vettori sul Viale con minore impatto, senza cordoli a terra, senza cavi senza sospensioni aeree, ecc ecc; 7) vengono eliminate tutte le sanzioni risolutive in caso di inadempienza regionale riguardo i singoli punti del contratto».
Gli altri punti “restano immutati” ma evidentemente per il sindaco non basta.
“Ritengo- dice Occhiuto – che l’accordo così come inizialmente concordato poteva essere molto utile per la crescita e lo sviluppo sostenibile del territorio. Nel modo proposto dalla Regione la città di Cosenza non è invece sufficientemente tutelata sul buon esito del programma complessivo e sulla sostenibilità della Metro in particolare”. In linea di principio, il primo cittadino è d’accordo a «disincentivare l’uso delle autovetture in città e incentivare l’utilizzo di mezzi pubblici. Inoltre ritengo necessario creare più spazi verdi e pedonali; le strade di attraversamento all’interno della città generano più traffico. Queste sono ormai regole consolidate riguardo alle buone pratiche di progettazione a livello mondiale in materia di mobilità sostenibile e vivibilità delle città».
Il modus operandi della Regione, invece, sarebbe un altro, come dimostrerebbe la decisione di bloccare «il nostro progetto di circolare veloce Cosenza-Rende-Unical, che aveva già ridotto moltissimo il traffico nella città unica in un solo mese di operatività, spalleggiando la lobby degli autotrasportatori locali».
«Sono stato sempre contrario – spiega ancora il sindaco – al progetto di Metro così come appaltato dalla Regione per le ragioni di sostenibilità ambientale e urbana che ho più volte sottolineato. Le nostre richieste, se fossero state effettivamente accolte e poi tradotte in realtà, avrebbero ribaltato l’idea progettuale trasformando il Viale in elemento di connessione urbana gettando nello stesso tempo le basi per la costruzione di una città con un sistema di mobilità efficace e sostenibile. Cosa che purtroppo non è stata possibile, a causa di una Regione che è sempre ostile a noi e alla crescita sostenibile del territori».

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