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«Schediamo il dna dei migranti». Proposta calabrese per Minniti

REGGIO CALABRIA La proposta arriva ai ministri Marco Minniti e Andrea Orlando direttamente dalla Calabria. La avanza lo Studio indagini mediche e forensi di Reggio Calabria: è una “proposta di conv…

Pubblicato il: 26/02/2017 – 15:44
«Schediamo il dna dei migranti». Proposta calabrese per Minniti

REGGIO CALABRIA La proposta arriva ai ministri Marco Minniti e Andrea Orlando direttamente dalla Calabria. La avanza lo Studio indagini mediche e forensi di Reggio Calabria: è una “proposta di convenzionamento per la determinazione dei profili genetici dei migranti ai fini della loro identificazione”. L’idea non ha un retro pensiero politico, è un suggerimento puramente tecnico. Che muove dai “picchi di emergenza” raggiunti dal fenomeno degli sbarchi negli ultimi due anni, “soprattutto al Sud Italia”.
“Tra il 1° gennaio 2016 e il 31 ottobre 2016 – scrive Simef al ministero – circa 160 mila persone sono arrivate in Italia senza tener conto di quanti sono morti durante le traversate del Mediterraneo. Si è stimato che tra il 2015 e la prima metà del 2016 più di 6.600 migranti sono annegati o sono stati considerati dispersi in mare”.
Una tragedia che abbraccia tre continenti (Europa, Asia e Africa), un esodo alla ricerca di condizioni di vita dignitose o in fuga dalla guerra al quale si affiancano grosse difficoltà di gestione. “Spesso i cadaveri dei migranti morti in mare – scrive ancora Simef – non vengono né identificati né restituiti alle loro famiglie, in molti casi vengono seppelliti nei nostri cimiteri unicamente con un numero sulla loro lapide, senza che le famiglie sappiano che fine abbiano fatto i loro cari”. Quello della “degna sepoltura” è uno dei motivi “per i quali è importante procedere all’identificazione genetica delle vittime”. Gli si aggiunge “anche e soprattutto l’identificazione di chi arriva nei Centri provvisori di accoglienza”, persone “di cui si perdono spesso le tracce. Dal momento che spesso tali persone possono essere coinvolte in reati oppure trattasi di minori “non accompagnati” che invocano un ricongiungimento familiare con altre persone già presenti in Paesi europei, sarebbe utile procedere, oltre che alla registrazione delle impronte digitali dei migranti, anche all’acquisizione di un loro campione biologico ai fini della determinazione del profilo di Dna da inserire in un’apposita banca dati utilizzabile per successivi raffronti”.
Secondo Oxfam, ong che si occupa dell’accoglienza, ogni giorno scompaiono in Italia 28 minori migranti. Un numero spaventoso, evidenziato in un dossier che ha sollevato preoccupazioni. Ma soltanto per qualche giorno, poi l’emergenza ha riassorbito tutto. La proposta di Simef, società guidata dai genetisti forensi Aldo e Anna Barbaro, vorrebbe intervenire anche su questo allarme. L’idea è quella di realizzare una convenzione con il ministero dell’Interno per “accertare il Dna dei migranti che pervengono in Calabria mediante prelievo da ciascuno di loro di un tampone salivare”. I profili ottenuti – è l’auspicio – verranno archiviati in un apposito database “che verrà messo a disposizione degli organi di polizia che ne facessero richiesta”.

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