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Dalla Siria a Gioiosa Ionica, nel nome di Mandela

ROMA «Vengo da Idlib e, con mio marito e questo piccolino, non vediamo l’ora di conoscere la Calabria»: nella sala d’aspetto dell’aeroporto di Fiumicino, Seba sorride, con Mohamed in braccio. Origi…

Pubblicato il: 27/02/2017 – 16:09
Dalla Siria a Gioiosa Ionica, nel nome di Mandela

ROMA «Vengo da Idlib e, con mio marito e questo piccolino, non vediamo l’ora di conoscere la Calabria»: nella sala d’aspetto dell’aeroporto di Fiumicino, Seba sorride, con Mohamed in braccio. Originaria del nord della Siria, è appena arrivata dal Libano, grazie ai “corridoi umanitari” voluti dalla Comunità di Sant’Egidio. Un nuovo inizio, che prende già forma: con i giovani di Gioiosa Ionica, terra di olivi e di agrumi, nella cooperativa Nelson Mandela. «Partiremo in un pulmino con altre due famiglie» racconta Seba. Parla un po’ di inglese, quanto basta per spiegare che da Idlib è dovuta fuggire a causa della guerra civile. Da una parte l’esercito di Damasco, da un’altra i combattenti dello Stato islamico, da un’altra ancora i ribelli sostenuti dalla Turchia. Troppo per una famiglia sola, con tre figli. E allora ecco i campi profughi del Libano e un’opportunità inattesa: partire per l’Italia, legalmente e soprattutto in sicurezza, grazie ai “corridoi umanitari” ideati dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia e dalla Tavola valdese.
Oggi a Fiumicino sono arrivati in 50, uomini, donne, bambini, cristiani e musulmani. In 18 continueranno il viaggio insieme, sull’Autostrada del sole, destinazione Gioiosa Ionica. «Sarà un’esperienza bellissima, che andrà anche oltre il percorso di accoglienza diffusa che abbiamo avviato anni fa con i progetti Sprar», spiega alla Dire Maurizio Zavaglia, il vicesindaco della cittadina. A Fiumicino è arrivato insieme con i figli, alla guida del pulmino che ritornerà a Gioiosa. Era pronto da settimane, ma oggi dice di sentirsi emozionato. L’impegno è ospitare tre famiglie, inserendole nel tessuto sociale e lavorativo di una terra di emigrazione capace però di offrire molto. «Con la cooperativa Nelson Mandela – dice Zavaglia – vogliamo valorizzare le risorse tipiche della nostra terra, a partire dagli agrumi e dall’olio, creando inclusione e sviluppo dal basso anche insieme ai nostri giovani disoccupati». Percorsi nuovi, dice il vicesindaco, necessari anche «per contrastare le mafie e la ‘ndrangheta che ci opprimono». Con Seba, Mohamed e gli altri, allora. «Anche per far capire», sottolinea Zavaglia, «che migranti e disoccupati non sono antagonisti ma al contrario possono diventare alleati».

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