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Serve una riforma dei Consorzi di bonifica

L’inverno che volge ormai al termine ha di nuovo segnato profondamente il nostro territorio, le piogge intense, come purtroppo accade ogni anno, ne hanno scoperto l’estrema fragilità. Frane, smotta…

Pubblicato il: 01/03/2017 – 11:21
Serve una riforma dei Consorzi di bonifica

L’inverno che volge ormai al termine ha di nuovo segnato profondamente il nostro territorio, le piogge intense, come purtroppo accade ogni anno, ne hanno scoperto l’estrema fragilità. Frane, smottamenti, allagamenti e, in alcuni casi, vere e proprie alluvioni hanno provocato danni enormi che avranno bisogno di molto tempo e di ingenti risorse per essere riparati. Tempo e risorse che la Calabria, una terra, vale la pena ricordarlo, “benedetta da Dio e manomessa dagli uomini”, non può più permettersi.
Appare, dunque, non più rinviabile una politica di messa in sicurezza della nostra regione, una politica che, come ripete spesso il presidente Oliverio, non può più limitarsi a rincorrere le emergenze, ma che deve mettere in campo una strategia di prevenzione dei rischi certamente attraverso opere di messa in sicurezza dei luoghi, ma anche attraverso una azione di costante ed efficiente manutenzione dell’intero territorio.
Per fare questo, evidentemente, la Regione da sola non basta, occorre una azione sinergica che coinvolga e faccia sentire protagonisti insieme alla stessa Regione nelle sue diverse articolazioni, gli enti intermedi, i comuni, le associazioni e ciascun cittadino.
In questo quadro un ruolo decisivo possono svolgerlo i Consorzi di bonifica che, dopo la dolorosa ma necessaria chiusura delle Comunità montane e il progressivo depotenziamento delle Province, rappresentano gli unici enti intermedi in grado di svolgere azioni su territori di area vasta.
Appare, dunque, a mio avviso, urgente intraprendere un’opera organica di profonda riforma della legge regionale sui Consorzi di bonifica in modo tale da metterli nelle condizioni migliori per affrontare al meglio la sfida che li attende.
Le cronache degli ultimi mesi hanno in effetti fotografato i mille disagi di un modello organizzativo totalmente inadeguato e fuori controllo sulla totalità del territorio regionale.
In questa direzione, anche prendendo spunto da ciò che è emerso dai lavori della quarta commissione presieduta dal collega Bevacqua, e dalle medesime ed inquietanti risultanze venute fuori da alcune sedute della commissione vigilanza, sto anche personalmente lavorando ad una proposta di modifica della legge regionale 11 del 23 luglio 2003 che disciplina appunto l’ordinamento del Consorzi.
Nello specifico penso sia utile ridurne il numero dagli attuali undici a cinque prevedendo la esplicita possibilità che un unico consorzio possa gestire più comprensori di bonifica o sotto ambiti. Ciò non solo per continuare l’opera di spending review avviata dalla giunta regionale, ma anche per consentire agli istituendi nuovi consorzi una gestione di territorio più ampia, in maniera tale da realizzare efficaci economie di scala, tagliando e controllando meglio la spesa e razionalizzando il sistema rendendolo più efficiente.
Ritengo poi importante l’introduzione all’interno della stessa legge regionale 11 del 2003 di un articolo che, recependo quanto già stabilito dalla normativa nazionale, assicuri nei periodi di siccità e comunque nei casi di scarsità di risorse idriche, dopo il consumo umano, priorità all’uso agricolo delle acque.
Sono convinto poi della necessità di dover ribadire all’interno della stessa legge regionale l’obbligo dei consorzi di adeguarsi alle più recenti normative in materia di trasparenza e lotta alla corruzione, così come sono convinto debbano essere rafforzati i controlli diretti da parte della Regione soprattutto in materia di assunzione di personale.
Penso poi vadano nella giusta direzione le proposte di modifiche, presentate da altri colleghi e già all’ordine del giorno dei lavori della IV commissione, dell’articolo 23 (contributi consortili e piano di classifica) della legge regionale 11/03 volte a stabilire che il contributo consortile debba essere proporzionale al beneficio fondiario ricevuto. Ciò non solo per sgravare i contribuenti di un ingiustificato balzello, ma anche per evitare ai consorzi liti giudiziarie che spesso li vedono soccombenti.
Questa, in estrema sintesi, la proposta di modifica dell’ordinamento dei Consorzi di Bonifica a cui sto lavorando. Una proposta che non ha l’ambizione di essere completa o esaustiva ma che, una volta presenta, spero, possa essere arricchita dal confronto, in seno alle competenti commissioni consiliari, tra Regione, organizzazioni di categoria, sindacati e Anbi.

*Consigliere regionale

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