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I guai delle due Camere irriducibili

LAMEZIA TERME Per il momento il Tar Calabria (seconda sezione) ha dato ragione alle due Camere di Commercio “ribelli”. Vibo Valentia e Crotone non vogliono essere accorpate a Catanzaro. Hanno cambi…

Pubblicato il: 02/03/2017 – 6:34
I guai delle due Camere irriducibili

LAMEZIA TERME Per il momento il Tar Calabria (seconda sezione) ha dato ragione alle due Camere di Commercio “ribelli”. Vibo Valentia e Crotone non vogliono essere accorpate a Catanzaro. Hanno cambiato idea dopo aver dato inizialmente parere favorevole e i giudici amministrativi, nelle scorse settimane, hanno disposto l’annullamento degli atti con cui il segretario generale della Camera di commercio di Catanzaro, Maurizio Ferrara – nominato dal governo a presiedere il processo di accorpamento tra gli enti camerali di Vibo Valentia e Crotone – aveva avviato le procedure per la costituzione del consiglio della nuova Camera di commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. 
Eppure il percorso avviato pareva lineare, senza intoppi. Ma le Camere hanno effettuato una brusca sterzata rispetto a quanto deliberato dai propri consigli. Segue ricorso al Tar, per due enti la cui situazione finanziaria non è esattamente florida (a Crotone va peggio che a Vibo Valentia). Una situazione paradossale, perché nella tormentata vicenda dell’accorpamento è Catanzaro, la sola delle tre Camere di Commercio con il bilancio in positivo, l’unica ad aver dato parere positivo all’unione. E molti osservatori si chiedono perché, dato che “mettersi assieme” gioverebbe a entrambi gli enti intermedi che, , si oppongono all’accorpamento. 
Le Camere di Commercio di Vibo e Crotone, tuttavia, non hanno come unici punti di contatto le difficoltà economiche e l’intenzione di non consorziarsi con Catanzaro. Hanno, infatti, due presidenti che sono figure di riferimento nel tessuto imprenditoriale delle due province, ma che hanno anche qualche problemino. A Crotone “guida” Alfio Pugliese. È stato eletto con 20 voti a favore e 3 schede bianche, è il presidente di Confcommercio Calabria centrale ed è un imprenditore molto conosciuto nel settore calzaturiero. Nel suo ricco curriculum, però, c’è anche qualche nota negativa. Ha, infatti, un fallimento alle spalle, quello della Pugliese srl, decretato nel 2013 dal Tribunale di Crotone e considerato chiuso nel 2016 «per insufficienza di attivo». L’attività imprenditoriali di Pugliese, poi, è gravate anche da diversi protesti che riguardano, come risulta dai documenti in possesso del Corriere della Calabria, sempre la Pugliese srl. I problemi del presidente della Camera di Commercio di Vibo Valentia, invece, riguardano alcune interdittive antimafia che hanno colpito, tra il 2014 e il 2015, alcune sue aziende. Nel luglio del 2015, in particolare, fu la Prefettura di Vibo Valentia a puntare gli obiettivi sulla Elmecont (già destinataria nel 2006 di una informativa antimafia atipica) spiegando che «allo stato appare tuttora sussistente il pericolo di tentativi di infiltrazioni e condizionamenti mafiosi». 
Ma non ci sono soltanto i guai dei due presidenti a legare le due Camere. C’è un altro elemento: si tratta del segretario generale Donatella Romeo, che svolge le funzioni in entrambi gli enti. Romeo era stata allontanata dalla Camera di Commercio di Cosenza dal presidente Klaus Algieri, con il quale ha ingaggiato, perdendolo, un lungo braccio di ferro (passato anche attraverso una denuncia penale archiviata dal Tribunale di Cosenza nel luglio 2016: gli atti di Algieri, per il gip, tendevano unicamente a un risparmio di spesa; secondo Romeo il suo allontanamento era frutto di un comportamento vessatorio). Lo stesso utilizzo della manager in comune tra le due Camere è finito nel mirino del ministero dello Sviluppo economico nel lontano luglio 2015. Una lettera firmata dal direttore generale Gianfrancesco Vecchio evidenziava perplessità sulla previsione, contenuta nella convenzione della “doppia” nomina, dell’incremento della retribuzione di posizione della dottoressa Romeo, in ragione del periodo di svolgimento delle funzioni “associate” presso la camera di Vibo Valentia, evidenziando che, «come più volte rappresentato dall’Aran, non è ammessa l’erogazione di due o più retribuzioni di posizione, ma solamente la valorizzazione della retribuzione di risultato dei dirigenti che, in base alle previsioni del regolamento degli uffici e dei servizi, sono stati incaricati ad interim delle relative funzioni». Anche il deputato del Pd Sebastiano Barbanti aveva chiesto lumi sulla convenzione e sul ruolo.

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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