GEROCARNE Dopo un periodo di calma apparente si torna a sparare nelle Preserre vibonesi. Un agguato a colpi d’arma da fuoco è infatti avvenuto questa mattina a Sant’Angelo, frazione di Gerocarne che si trova tra le colline della vallata del Mesima, non molto distante dallo svincolo autostradale delle Serre. Domenico Stambè, 56enne autotrasportatore del luogo, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco nei pressi di un’abitazione di sua proprietà, in una zona di campagna. A non lasciargli scampo, poco prima delle 8 di stamattina, diversi colpi di fucile, sparati presumibilmente da distanza ravvicinata, che lo hanno raggiunto anche al volto sfigurandolo. Poco distante dal luogo del delitto, poi, è stata rinvenuta un’auto data alle fiamme da poco tempo.
La vittima non aveva precedenti penali, ma il suo nome era già noto alle forze dell’ordine poiché i suoi familiari sono finiti più volte nella maglie nella giustizia. In particolare, due fratelli minori della vittima furono arrestati nel luglio del 2013 in Piemonte, al casello autostradale di Asti est, perché alla guida di un furgone in cui i carabinieri trovarono 20 fucili e 13 pistole ritenute provenienti da furti avvenuti a Piacenza e Pavia. Per gli inquirenti quelle armi, abilmente occultate in un doppio fondo ricavato sotto l’abitacolo del furgone, erano destinate al “mercato” calabrese. Un altro episodio analogo, inoltre, si era verificato nel marzo del 2011, quando il rinvenimento di alcune armi – anche in questo caso rubate al Nord – in un terreno nelle campagne di Sant’Angelo costò l’arresto a due fratelli della vittima.
Gli inquirenti – sul posto i carabinieri del Nucleo operativo di Vibo, della Compagnia di Serra e della Stazione di Soriano – al momento non si sbilanciano e non tralasciano nulla, ma si teme che l’omicidio di Stambè possa essere in qualche modo collegato alle dinamiche criminali dell’entroterra vibonese. Quella di Sant’Angelo è infatti da sempre una zona molto calda: la piccola frazione di Gerocarne è storicamente un punto di snodo per i traffici di armi delle cosche della zona e, negli ultimi anni, anche in questi luoghi si sono incrociate le sanguinose faide di ‘ndrangheta scoppiate tra il clan dei “Piscopisani” e quello dei Patania di Stefanaconi e tra gli Emanuele e i Loielo di Gerocarne.
s. pel.
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