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Le scaramucce di Scura e Oliverio a danno della sanità

Se solo si chiedessero quale considerazione determinano nell’opinione pubblica episodi come quelli cui stiamo assistendo da alcuni giorni, con scambi di accuse e intestazioni di responsabilità, tra…

Pubblicato il: 06/03/2017 – 9:36

Se solo si chiedessero quale considerazione determinano nell’opinione pubblica episodi come quelli cui stiamo assistendo da alcuni giorni, con scambi di accuse e intestazioni di responsabilità, tra il commissario straordinario per il piano di rientro dal disavanzo sanitario, Massimo Scura e il presidente della Regione, Mario Oliverio forse i due si ritirerebbero nel chiuso della propria dimora a meditare sui danni che determinano nell’opinione pubblica e su quelli che potrebbero continuare a produrre se dovessero insistere a tenere viva la sterile polemica; anche perché c’è il rischio ponderato che ad essi vadano ad aggiungersi i vari “lacche” di turno pronti a supportare argomenti e tesi.
Ma cosa volete che interessino ai cittadini talune considerazioni peraltro piene di livore? Dovreste sapere che ai calabresi interessa prioritariamente che la sanità sia strutturata su tutto il territorio regionale nel migliore dei modi, secondo quei parametri che spesso ci vengono sbandierati dalle regioni del Nord come se si stesse parlando di paesi stranieri. Oppure qualcuno può pensare che la vita di una persona dell’Italia meridionale possa valere di meno di quella di un veneto o di un lombardo?
Se per voi due è questa la percezione maturata a seguito della vostra recente esperienza, fate pure, continuate a tirarvi dalle orecchie e insultarvi, ma fatelo con più riservatezza; smettetela di dichiararvi guerra una settimana sì e l’altra pure e cercate invece di collaborare per portare le strutture sanitarie calabresi su standard qualitativi più alti.
Quanto alle vostre mancanze, non dimenticate che entrambi eravate presenti a Reggio Calabria quando si è consumato lo spiacevole episodio del reparto di Cardiochirurgia fatto inaugurare al ministro della Salute nonostante fosse ancora chiuso. L’eco di quell’episodio rimbomba ancora nelle orecchie dei calabresi e non solo.
E, dunque, di cosa stiamo parlando? Chi deve dimostrare cosa a chi?
Da rappresentanti delle istituzioni i calabresi ci si attenderebbero un lavoro condiviso dal quale emergano riforme che aumentino le possibilità di scelta; modificazioni da offrire al territorio per una sanità migliore, di livello, più vicina agli standard del Veneto, della Lombardia, del Piemonte, dell’Emilia, della Toscana.
Colmare i divari, le disparità tra Nord e Sud, equivale ad un atto di civiltà irrinunciabile; rappresenta la strada sulla quale vi dovreste incamminare con il fardello delle responsabilità politiche che vi portate dietro e che vi sono lautamente ripagate.
Sbagliereste, e non poco, se pensaste che i calabresi continuano ad accettare acriticamente che a fronte di sperperi di denaro pubblico, si continui ad intervenire con la mannaia sulla spesa per la crescita. Lo sperpero di denaro pubblico, lo scialacquare continuo, si combatte con altri mezzi e compete ad altri organi dello Stato.
Da coloro che hanno responsabilità così dirette sia nella cura del settore sanitario regionale, ma anche di chi ha ricevuto suffragi elettorali per gestire il territorio, ci si aspetta assunzioni di responsabilità precise e dirette tali da portare questa sventurata Terra agli standard di quelle più fortunate. L’uno tenendo conto della qualità, dell’efficienza, della sicurezza e dell’efficacia della cura della salute. L’altro per favorire il decollo socio economico e culturale della Regione che amministra per porre sullo stesso piano i cittadini a prescindere dal luogo di residenza, sia per ragioni deontologiche che costituzionali.

*giornalista

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