VIBO VALENTIA L’amministrazione provinciale si costituisce parte civile in un procedimento di ‘ndrangheta, ma per farlo è necessario nominare un vicepresidente perché il presidente è coinvolto nell’inchiesta. È la paradossale situazione in cui si trova la Provincia di Vibo, presieduta dal sindaco di Briatico, Andrea Niglia, che è tra gli 82 indagati dell’inchiesta “Costa pulita” per i quali la Dda di Catanzaro, lo scorso 17 febbraio, ha chiesto il rinvio a giudizio. L’operazione, portata a termine nell’aprile del 2016, ha colpito alcune consorterie della costa tirrenica vibonese, in particolare le famiglie Accorinti e Il Grande attive a Briatico e Parghelia e legate ai Mancuso, e ha portato a formulare accuse a vario titolo nei confronti degli indagati per associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, detenzione e porto illegale di armi.
Il presidente della Provincia di Vibo, inizialmente indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, è attualmente accusato di corruzione elettorale aggravata dalle modalità mafiose, ma la Dda del capoluogo lo scorso 2 marzo ha notificato all’ente il decreto di fissazione dell’udienza preliminare (10 marzo) individuando la Provincia come parte offesa. Al momento, però, la Provincia non aveva un vicepresidente che potesse sostituire Niglia nei suoi poteri, così questa mattina lo stesso presidente con proprio decreto ha nominato come suo vice il consigliere vibonese Alfredo Antonio Lo Bianco che, subito dopo, ha deliberato la costituzione di parte civile – che dovrà essere accettata dal gup in udienza – nel procedimento “Costa pulita”.
Secondo l’accusa formulata dalla Dda, che ovviamente dovrà passare al vaglio del gup e delle eventuali successive fasi di giudizio, «per ottenere a proprio vantaggio il voto elettorale, Niglia, quale candidato alle elezioni comunali per il Comune di Briatico per l’anno 2010, offriva o prometteva ad Accorinti Vincenzo Francesco – fratello del capo cosca Accorinti Antonino detto “Nino” – l’assunzione del figlio Accorinti Francesco all’interno della Italcementi Spa, assicurando altresì la nomina alla carica di assessore soggetti graditi alla cosca Accorinti, quali Prostamo Salvatore e Marzano Domenico Guglielmo (quest’ultimo anche con la carica di vicesindaco) in cambio del sostegno elettorale da parte del sodalizio criminale».
s. pel.
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