«#BastaSorical#BastaSPA#Pubblico&Partecipato». Sono queste le tre parole d’ordine della nuova campagna che il Coordinamento calabrese acqua pubblica “Bruno Arcuri” lancerà con una conferenza stampa che si terrà simbolicamente davanti alla sede della Sorical, a Catanzaro Lido, il prossimo 11 marzo.
«La seduta della IV commissione del 28 febbraio – si legge in una nota degli attivisti pro acqua pubblica – aveva tra i punti all’ordine del giorno l’esame abbinato delle proposte di legge inerenti la fondamentale materia del Servizio Idrico in Calabria: la nostra proposta di legge di iniziativa popolare e quella avanzata dalla giunta regionale. Come purtroppo letto sulla stampa e confermato nel resoconto sommario della seduta, apprendiamo amaramente che il percorso della nostra legge di iniziativa popolare “Acqua Bene Comune Calabria” è stato chiuso senza che questa venisse minimamente discussa. Con l’alibi di un mutato contesto normativo (e ci mancherebbe, sono quattro anni che la nostra proposta attende di essere discussa!) la IV commissione decide di adottare come testo base di discussione quello della Giunta regionale, mettendo da parte senza neanche un accenno il nostro, quello frutto di un percorso partecipativo, quello frutto di anni di mobilitazione contro la privatizzazione dell’acqua, quello sottoscritto da 11mila calabresi, compreso lo stesso presidente Mario Oliverio».
«Sembra sia passata un’eternità – rileva il “Bruno Arcuri” – dai festeggiamenti per la vittoria del Sì ai referendum del 2011 contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali e l’utile garantito per la gestione del servizio idrico, e nonostante tanto sia stato fatto per arginare il fenomeno della privatizzazione – che i governanti di ogni colore e nazione vogliono far apparire come ineluttabile – le cronache quotidiane riportano di realtà territoriali, piccole e grandi che siano, costrette a organizzarsi per affrontare il problema della malagestione dell’acqua. Problema che sembra non interessare affatto ai tavoli deputati, che preferiscono invece ragionare sul come spartire la grande torta dell’acqua e non solo: attraverso vari processi di acquisizione, aggregazione e fusione, i quattro colossi multiutilities attuali (A2A, Iren, Hera e Acea) già collocati in Borsa, stanno puntando a inglobare tutte le società di gestione dei servizi idrici, ambientali ed energetici, cercando di realizzare di fatto, e in barba ad ogni referendum, l’accaparramento delle fonti idriche e la privatizzazione totale del settore».
«La nostra regione non è certo fuori da queste logiche e così, mentre da Cosenza a Nicotera, passando per Cotronei e Lamezia, la lista delle doglianze contro la sempiterna Sorical non accenna a sgonfiarsi, le proposte legislative in materia firmate dalla giunta Oliverio, sebbene a parole puntino al pubblico, a nostro modo di vedere – si legge ancora nella nota – possono rappresentare il grimaldello per manovre speculative di questo tipo».
Prima che «il disegno si completi» e che si ridefinisca la forma di gestione dell’acqua il Coordinamento lancia dunque una campagna che metta in rilievo questi pericoli attraverso una serie di parole d’ordine.
«#BastaSorical Chiudiamo definitivamente questo carrozzone mangiasoldi che, nonostante gli scandali come quello dell’Alaco, nonostante sia in “liquidazione” dal 2012, ancora fa il bello e il cattivo tempo in Calabria. La Sorical va chiusa e il socio privato, la francese Veolia, deve rispondere per i danni fatti nella nostra regione sia in materia di servizi idrici che di gestione rifiuti. Non ci basta perciò che “regali” le sue quote azionarie: deve rispondere pienamente del pregresso e non liberarsi con un’uscita che sa di ennesima beffa per i calabresi».
«#BastaSPA Ancora, dagli uffici regionali si gioca con il termine “pubblico”, paventando la soluzione del problema Sorical con la sua trasformazione appunto in una società “interamente pubblica”: il fatto che il capitale di una SpA sia interamente in mano al pubblico non significa che questa operi negli interessi del pubblico. Prendiamo ad esempio cosa ci dice la politica ad ogni taglio di treno nella nostra regione: è una decisione delle Ferrovie dello Stato, è una scelta aziendale, noi non possiamo farci niente! Eppure anche qui stiamo parlando di una “società interamente pubblica”, ma non è il pubblico che noi vogliamo, non è il modello gestionale che auspichiamo. Di ciò è bene che ne tenga conto, quando e se diventerà operativa, anche l’Autorità Idrica della Calabria, deputata secondo il disegno della Regione alla scelta della forma di gestione».
«#Pubblico&Partecipato Noi crediamo in forme di gestione pubbliche e partecipate, ed è questa la forma gestionale che avevamo proposto nella nostra legge di iniziativa popolare che dal 2012 aspettava di essere discussa in Consiglio Regionale. Certo sono passati degli anni e il contesto legislativo nazionale è cambiato, purtroppo in peggio e purtroppo a favore degli interessi privatistici, ma nulla ancora vieta di salvaguardare i punti fondamentali e i valori fondanti della nostra proposta, in particolar modo legati alla partecipazione dei cittadini e al ruolo delle municipalità nella gestione del Servizio Idrico».
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