Delitto Giordanelli, la difesa punta sull'infermità mentale

COSENZA Bisognerà valutare la capacità di intendere e di volere di Paolo Di Profio, l’infermiere 46enne accusato di aver ammazzato un anno fa l’ex cognata, Annalisa Giordanelli.
La dottoressa di Cetraro venne aggredita nel gennaio 2016 con una spranga di ferro mentre faceva jogging a pochi metri da casa nel centro storico della cittadina che si affaccia sul Tirreno cosentino. Su richiesta della difesa di Di Profio (rappresentata dagli avvocati Sabrina Mannarino e Giuseppe Fonte) la Corte d’Assise di Cosenza (presieduta dal giudice Giovanni Garofalo, a latere la collega Francesca De Vuono) ha concesso il rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica, come aveva già fatto in sede di udienza preliminare. A rappresentare le parti civili per la moglie di Di Profio c’è l’avvocato Mimmo Bruno; Franz Caruso per il marito della vittima; Alfonso Munciguerra per la mamma della dottoressa e Vito Caldiero per un’altra sorella della vittima. 
Martedì mattina la Corte ha affidato l’incarico per la consulenza al professore Domenico Buccomino medico psichiatra che dovrà valutare la capacità intendere e di volere di Di Profio, se all’epoca dei fatti l’infermiere fosse in uno stato di cronica intossicazione di alcol e droga. E dovrà valutare se nell’attualità Di Profio sia socialmente pericoloso e in caso affermativo dovrà indicare quali cure sarebbe necessario intraprendere. Inoltre bisognerà stabilire se l’uomo sia capace di partecipare scientemente al processo. Il consulente inizierà le operazioni peritali sabato 18 marzo nel carcere di Cosenza dove l’uomo – al momento detenuto a Reggio – verrà trasferito. Per la perizia la Corte ha concesso 90 giorni. Il processo è stato rinviato al prossimo 19 giugno.

mi. mo.