Vibo, il primo giorno di Bruno Giordano – VIDEO

VIBO VALENTIA «Dopo 37 anni di professione è difficile per me subire l’effetto sorpresa. Quindi non mi aspetto nulla, ma sono io che mi propongo di lavorare con lo stesso entusiasmo di sempre». Così il nuovo procuratore Bruno Giordano commenta con i cronisti il suo primo giorno alla guida della Procura vibonese. Con una solida esperienza sulle spalle e gli ultimi otto anni trascorsi alla Procura di Paola, Giordano arriva in un territorio di frontiera con la serenità del magistrato di lungo corso, ma anche con la consapevolezza di chi a 65 anni ha davanti una nuova, difficile sfida da affrontare. Dopo la prima visita informale dello scorso 23 febbraio, per Giordano è dunque arrivato il giorno dell’insediamento ufficiale a capo della Procura guidata fino all’estate scorsa da Mario Spagnuolo e poi dal facente funzioni Michele Sirgiovanni. Ad accoglierlo il presidente del Tribunale, Alberto Filardo, la presidente della sezione penale Lucia Monaco, molti dei magistrati in servizio a Vibo e diversi rappresentanti della autorità civili e militari locali.

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«Non ho ancora una lista di priorità – ha spiegato Giordano rispondendo alle domande dei giornalisti –, mi devo prima rendere conto adeguatamente di quelle che sono le mie risorse e i mezzi di cui dispongo per poi destinarli alle varie questioni secondo una scala di priorità che riuscirò ad avere chiara già nei prossimi giorni».
Dopo gli anni da sostituto a Reggio Calabria e da aggiunto a Palmi – periodo nel corso del quale ha coordinato, tra l’altro, le inchieste sugli omicidi dell’ex presidente delle Ferrovie dello Stato Lodovico Ligato e del sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione Antonino Scopelliti – a Giordano non manca certo la conoscenza approfondita delle dinamiche delle organizzazioni mafiose. «Dove c’è la presenza di grandi organizzazioni criminali, e il Vibonese purtroppo si caratterizza per questo, c’è anche un riflesso – ha rilevato il neo procuratore – sul funzionamento delle pubbliche amministrazioni. La lotta alla ‘ndrangheta ovviamente compete alla Procura distrettuale che sta operando molto bene sotto la guida del procuratore Gratteri, poi però ci sono tutte quelle situazioni di contorno, che potremmo chiamare residuali ma che in realtà, sostanzialmente, non sono tali, che non investono direttamente il reato di associazione mafiosa in senso stretto ma che riguardano, per esempio, la malamministrazione, la gestione dei servizi pubblici, il malfunzionamento degli impianti di depurazione… Tutte situazioni – ha aggiunto Giordano – che ricadono nella competenza della Procura ordinaria e danno un senso al suo lavoro. Riusciremo ad essere realmente utili per questo contesto nella misura in cui sapremo contenere e combattere questi aspetti di antigiuridicità, che potremmo definire minuti ma che non sono meno gravi e pericolosi per la crescita del territorio».
Riguardo alla situazione della procura vibonese, il procuratore chiarisce di aver trovato «un ufficio ben organizzato» ma il problema, non è un novità, è la mancanza di risorse umane: «La procura di Vibo è carente di quasi metà dell’organico, su sette sostituti ce ne sono quattro in servizio di cui uno sta per andare via. Quando saremo ad organico completo – ha concluso – si potrà fare un progetto di lavoro più ragionevole e più serio, ma finché si dovrà fare la corsa alle udienze per tamponare le emergenze processuali il limite entro cui si potrà lavorare sarà ovviamente più ristretto».

s. pel.