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Calabria Lavoro, il bando è un pasticcio

CATANZARO Prendete un bando per 81 posti di lavoro a tempo determinato, affidatelo a una società in house come Calabria Lavoro. Condite il tutto che due lettere durissime del ministero del Lavoro, …

Pubblicato il: 10/03/2017 – 21:42
Calabria Lavoro, il bando è un pasticcio

CATANZARO Prendete un bando per 81 posti di lavoro a tempo determinato, affidatelo a una società in house come Calabria Lavoro. Condite il tutto che due lettere durissime del ministero del Lavoro, che sconsigliano vivamente di portare avanti quel progetto. Poi fate come la burocrazia della Regione Calabria: andate avanti come se niente fosse. Effettuate la prima parte della selezione, scegliendo qualche nome noto per coordinare tutto. Come finirà? Con un decreto di Luigi Zinno, nuovo commissario dell’ente in house, che annulla la nomina della commissione di valutazione delle domande «e gli atti conseguenti». Il burocratese non è il linguaggio più chiaro del mondo. Ma tra «gli atti conseguenti» c’è il cuore della selezione, la scelta delle «81 figure professionali a supporto delle attività relative alla realizzazione della misura 7.1 del Pon Iog». Si tratta(va) di un coordinatore di progetto, 15 referenti territoriali, 50 tutor tecnici operativi e 15 unità di segreteria operativa. Dimenticate tutto: abbiamo scherzato, è tutto da rifare, sempre ammesso che si rifaccia. E per motivi non da poco. Scrive Luigi Zinno che «è emersa la sussistenza di incompatibilità, riguardanti membri della nominata commissione e responsabili della procedura, potenzialmente lesive dei principi di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione». Non è tutto, perché «la valutazione formale di ammissibilità delle domande e dei curricula pervenuti non appare essere avvenuta» secondo quanto previsto nel bando. Ci sono, insomma, rischi «sulla regolarità della procedura» che consigliano al management di Calabria Lavoro di annullare tutto proprio a pochi giorni dalla pubblicazione delle graduatorie delle ammessi.
Facciamo un passo indietro. Il decreto annullato da Zinno è stato firmato dal suo precedessore Fortunato Varone, che ora dirige il dipartimento Lavoro, struttura che controlla Calabria Lavoro, il 26 aprile scorso. I commissari nominati all’epoca erano Francesco Crucitti, presidente, i componenti Stefania Campagna e Giovanni Suraci (che è anche segretario verbalizzante) e la supplente Giovanna Zimbato. È tra questi nomi, probabilmente, che va ricercata l’incompatibilità fatale.

IL BANDO CONTESTATO Finisce qui, almeno per il momento, la storia di un bando nato sotto una cattiva stella e pensato per realizzazione azioni di autoimpiego. Per la realizzazione di questo programma, Calabria Lavoro ha proceduto a selezionare 115 professionisti già appartenenti al bacino programma “Stage 2008 Consiglio regionale”, con funzioni di animatori e accompagnatori di percorsi di autoimpiego dei giovani Neet iscritti a “Garanzia Giovani”. Ma dopo questa procedura, invece di avviare il Programma in modo operativo, Azienda Calabria Lavoro ha tentato di utilizzare i fondi assegnati per assumere ben 81 professionisti, di cui 50 “tutor” non meglio specificati e 31 amministrativi. Un’idea che a Roma non è piaciuta per niente. Dal ministero del Lavoro è arrivato uno stop, contenuto in due formali comunicazioni inviate alla Regione. Il succo è questo: non è coerente prevedere la retribuzione di personale esterno con risorse finalizzate esclusivamente ad azioni dirette ai giovani Neet.
Il confronto tra ministero e Regione non ha prodotto grossi effetti. Il bando per assumere 81 persone non è stato revocato. Addirittura, sul sito di Calabria Lavoro sono state pubblicate le graduatorie.

IL SUPERCONSULENTE Una volta apparse le graduatorie (con un giallo: quella pubblicata sul sito dell’ente il 30 dicembre è sparita dopo pochi minuti e ne è stata ripubblicata una seconda versione il 12 gennaio), il nome del meglio piazzato per ottenere il posto di coordinatore del progetto non è passato inosservato: si tratta di Stefano Locatelli, cioè il superconsulente dell’assessora Federica Roccisano. Un tecnico che è sopravvissuto professionalmente allo “spoils system”, attraversando senza problemi il passaggio dal centrodestra al centrosinistra. Oliverio si fida di lui, Roccisano si fida di lui. E nel dipartimento si muove come un direttore generale ombra. Nel suo curriculum la laurea non c’è, ma questo non gli ha impedito di arrivare primo nella selezione delle domande. Un trionfo, il suo, che qualcuno considerava annunciato. Nella selezione, però, c’era qualcosa di irregolare. Abbiamo scherzato.

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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