CATANZARO Ha preso il via, venerdì, davanti al gup Pietro Carè il processo “Costa pulita” che vede indagate 82 persone accusate di essere legate alle ndrine del vibonese, vario titolo accusate di associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi, usura e intestazione fittizia di beni.Al centro del processo vi sono i clan di ‘ndrangheta del vibonese tra i quali i Mancuso di Limbadi, gli Accorinti-Bonavita-Melluso di Briatico e Il Grande di Parghelia. E non mancano nomi eccellenti come quello di Andrea Niglia, sindaco di Briatico e presidente della Provincia. Nel corso del l’udienza il pm Annamaria Frustaci ha depositato nuovi atti relativi a consulenze tecniche su materiale informatico sequestrato agli imputati e due informative di accertamenti effettuati sugli enti pubblici oggetti dell’indagine. Hanno fatto richiesta di costituzione di parte civile la Regione Calabria, la provincia di Vibo, i comuni di Briatico e Parghelia, l’associazione antiracket di Vibo Valentia. Vi sono circa 40 parti offese individuate dalla Dda di Catanzaro come danneggiate dall’attività illecita del sodalizio criminale. Il giudice si è riservato, nella prossima udienza del 13 marzo, di fare interloquire le difese circa la legittimità delle parti civili e quindi di decidere sull’ammissione delle stesse. Nel corso dell’udienza di venerdì sono state calendarizzate le successive udienze. Giorno 28 marzo è prevista la requisitoria del pm. La parola passerà alla difesa, nella quale si annoverano gli avvocati Salvatore Staiano, Vincenzo Cicino, Enzo Galeota, Diego Brancia, Stefania Mantelli, Antonio Porcelli, Giovanni Vecchio, il 30, 31 marzo e 10 aprile, data della possibile sentenza.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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