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Il vescovo di Locri: «La condanna dei mafiosi ha riscattato silenzi e timidezze»

LOCRI «La ‘ndrangheta è morte per la nostra terra, la causa principale del nostro sottosviluppo. Chi uccide non è uomo di onore, ma un vero disonore per la nostra terra. Ogni uomo e donna di buona …

Pubblicato il: 11/03/2017 – 16:46
Il vescovo di Locri: «La condanna dei mafiosi ha riscattato silenzi e timidezze»

LOCRI «La ‘ndrangheta è morte per la nostra terra, la causa principale del nostro sottosviluppo. Chi uccide non è uomo di onore, ma un vero disonore per la nostra terra. Ogni uomo e donna di buona volontà dica per sempre no ad ogni forma di illegalità e criminalità. Facciamo obiezione di coscienza di fronte a qualunque progetto di morte e alla mentalità mafiosa, prepotente e arrogante». È quanto afferma mons. Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace in una lettera ai sacerdoti e ai fedeli in vista della XXII Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno in programma a Locri il 21 marzo. «Memoria e Impegno sono due parole chiave – prosegue il presule – del nostro cammino civile e religioso. La memoria richiama il sangue versato da faide violente che hanno seminato morte e distrutto i nostri paesi, della sofferenza che il tempo dei sequestri ha cagionato. Memoria delle tante vittime spezzate dalla violenza della mafia, vite di uomini e donne, giovani e meno giovani, ragazzi e bambini, vittime innocenti di una criminalità spietata che non si è mai fermata davanti a niente. Stringiamoci ai familiari delle tante vittime innocenti delle mafie. Vittime delle mafie anche loro. Facciamo nostro il loro dolore, ponendoci accanto a loro e condividendone la sofferenza. Impegno è volontà di costruire una società nuova, di ridare dignità alla nostra terra, di ricostruire rapporti di pace e di riconciliazione, di favorire legami di cooperazione nel bene, di volere un lavoro per tutti. La condanna dei mafiosi, l’invito al pentimento e a cambiare vita – espresso da papa Francesco in Calabria – ha riscattato silenzi e timidezze che troppo spesso hanno caratterizzato anche la nostra azione. Da qui l’impegno a non aver paura e a ritrovare il coraggio e la speranza di andare avanti». Per il vescovo di Locri, che ringrazia don Ciotti, «la venuta del presidente Sergio Mattarella, anche lui familiare di una vittima di mafia, è uno stimolo forte ad una nostra partecipazione ancora più grande, che diventi occasione per cogliere il senso del dolore ed il valore di tale Giornata».

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