LAMEZIA TERME L'”operazione Equitalia” della Regione comincia, lentamente, a dare i suoi frutti, ma i debiti relativi alle tasse sui rifiuti maturati dai Comuni calabresi continuano a essere enormi. L’ultimo elenco dei municipi morosi (vedi sotto) riporta una cifra monstre: 23 milioni di euro per il solo biennio 2013-2014. In totale, i Comuni non in regola con i pagamenti sono 103, con pendenze di svariati milioni o di poche migliaia di euro. Con un risultato: la Regione ha già predisposto il blocco e il successivo incameramento dei trasferimenti.
Ancora una volta, la maglia nera va a Reggio Calabria, prima della classifica per netto distacco, con un debito che sfiora i 10 milioni di euro (2,9 nel 2013 e 7 nel 2014). Segue il Comune di Cosenza, che nel biennio in questione ha maturato un passivo di 2,6 milioni. Medaglia di bronzo a Locri, con una esposizione pari a un milione di euro.
L’ELENCO PRECEDENTE Nell’ultimo anno, però, sono diminuiti sia i Comuni debitori, sia la cifra complessiva. Il penultimo report della Regione, diffuso ad aprile 2016, contemplava ben 172 municipi morosi, per una cifra totale di circa 35 milioni: 12 nel 2013 e 22 nel 2014, pendenze passate rispettivamente a 6,9 e 15,8. Il debito complessivo, dunque, ha cominciato a diminuire proprio nel momento in cui dalla Cittadella di Catanzaro si è deciso di dare un giro di vite in un comparto dove per molti anni, nonostante il settore sia stato commissariato per quasi 4 lustri, il lassismo l’ha fatta da padrone. Così la maggior parte dei Comuni è stata obbligata a mettersi in regola, attraverso rateizzazioni e piani di rientro che hanno consentito di ridurre di 12 milioni il passivo per il biennio 2013-2014.
BLOCCO TRASFERIMENTI Una via quasi obbligata, dal momento che la Regione può bloccare i trasferimenti in caso di mancata riscossione dei crediti. Lo consentono due leggi distinte: la 8 del 2002 (che detta le condizioni per disporre il fermo amministrativo di somme, in via di liquidazione o già liquidate, al fine di tutelare una ragione di credito) e la 19 del 2009 (secondo cui, decorsi sei mesi dall’applicazione delle prime misure di blocco, la Regione ha facoltà di «ritenzione e incameramento delle somme a qualunque titolo dovute, escluso quelle erogate per stipendi, prestazioni di lavoro, contributi di assistenza»).
I MOROSI Nonostante i rischi connessi al mancato pagamento della tariffa, nel nuovo elenco – approvato per decreto lo scorso 1 febbraio dal dirigente del settore Rifiuti del dipartimento Ambiente, Antonio Augruso, e dai funzionari Brunella Mancuso e Nicola Malaspina – figurano Comuni ancora fortemente esposti nei confronti della Regione. Reggio è il caso limite, con un passivo rimasto sostanzialmente invariato nell’ultimo anno.
Anche Bagnara Calabra, al quarto posto in classifica, “vanta” un debito di 819mila euro. Un gradino più in basso c’è Lamezia Terme, con una esposizione pari a 665mila euro, seguita da Strongoli: 575mila. Di seguito una sfilza di municipi più o meno piccoli, per debiti al di sotto dei 500mila euro: Melito Porto Salvo (463mila), Taurianova (374), Bianco (332), Diamante (326), Castrovillari (317), Castrolibero (249), San Giovanni in Fiore (230).
Nella lista dei Comuni morosi non è presente Catanzaro, né altri gli due capoluoghi di provincia, Crotone e Vibo Valentia. Non contemplati, infine, le realtà locali con un debito inferiore a mille euro, «al fine di evitare, data l’esiguità della somma, un aggravio del procedimento». Per tutti gli altri municipi in debito, invece, sono già state avviate le misure per lo stop ai trasferimenti.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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