CATANZARO L’assessorato al Lavoro è completamente allo sbando. A certificarlo non sono i detrattori politici della giunta Oliverio o i sindacati, ma la persona che dovrebbe conoscerlo meglio di tutti perché, da quasi due anni, ha il compito di guidarlo: Federica Roccisano.
Lo stato comatoso di uno dei settori cruciali della Regione emerge in due distinte lettere che la giovane politica, scelta da Oliverio per rimpiazzare Carlo Guccione dopo lo scoppio di Rimborsopoli, ha inviato al neo dg del dipartimento Lavoro e Politiche sociali, Fortunato Varone, nominato non più tardi di 6 mesi fa dal governatore (agosto 2016). Il loro contenuto è una sequela di rilievi amministrativi che mostrano, con tutta evidenza, l’immobilismo e le inefficienze dell’assessorato da cui dipendono gran parte delle politiche occupazionali calabresi. Non c’è una cosa che vada bene, secondo Roccisano. Il suo j’accuse, impietoso, nei confronti del dirigente generale, ritenuto il principale responsabile della paralisi amministrativa, è però, a ben guardare, una piena ammissione di “colpevolezza” dell’assessore, che quello stesso dicastero lo guida dall’estate 2015. Con risultati che lei stessa, nelle lettere al dg, implicitamente certifica: non funziona niente, niente di niente.
LE LETTERE Entrambe le lettere recapitate a Varone (e, per conoscenza, allo stesso Oliverio) portano la data del 7 febbraio scorso. Qui Roccisano rimarca «le molteplici criticità» in merito all’organizzazione e all’efficienza del dipartimento Lavoro. A partire da uno dei progetti più ambiziosi e su cui si sono concentrate le speranze di migliaia di calabresi in cerca di occupazione: Garanzia giovani. «Nonostante il rafforzamento con risorse umane e strumentali anche provenienti dall’assistenza tecnica», rivela l’assessore, il programma «giace in uno stato di palese inefficienza con ripercussioni politiche e d’immagine devastanti». Per Roccisano «è impensabile che, con un carico di lavoro in costante diminuzione, i tempi per le liquidazioni si siano dilatati in modo esponenziale, anche per la duplicità di revisione e controllo, del tutto incompatibili con il bisogno di risposte che i giovani calabresi e le aziende meritano».
Inoltre, aggiunge, «non si ha alcuna contezza delle altre misure in essere e finanziabili nell’ambito di Garanzia giovani»: “formazione orientata al lavoro”, “autoimpiego e autoimprenditorialità” e “bonus occupazionale”. Una misura, quest’ultima, sottolinea ancora l’assessore, «che in 10 mesi aveva permesso la contrattualizzazione di 2mila persone e che si trova a essere bloccata (per ragioni incomprensibili) dal mese di luglio». Insomma, un vero e proprio disastro.
LAVORO Ma i cahiers de doléances sono tutt’altro che finiti, in particolare per quel che riguarda il settore Lavoro e la costituzione del team che dovrebbe occuparsi sia dei decreti per la liquidazione degli ammortizzatori sociali in deroga, sia delle liquidazioni dei sussidi tirocini formativi dei percettori di mobilità: «Pur potendo contare su due/tre unità, ancorché ad orario ridotto, hanno tempi e modalità di efficacia vergognose dovute, presumibilmente, al disinteressee all’indolenza di alcuni operatori senza che vi sia l’opportuno controllo e le necessarie verifiche».
Non appare «particolarmente dinamico» neppure il settore Formazione: «Ad oggi siamo in attesa dell’esperimento della fase di valutazione delle graduatorie bando sperimentale: 194 domande ricevute e da giugno ad oggi non abbiamo ancora la gradutoria». Quanto al bando duale, «si hanno già i beneficiari individuati a seguito del bando nazionale di Italia Lavoro, e ancora non sono stati messi in condizione di lavorare».
POLITICHE SOCIALI E resta ferma al palo, come conferma Roccisano, anche la riforma del welfare, il cui itinere è terminato ma che «necessita di ulteriori sforzi congiunti per il definitivo avvio». Pure la conclusione di provvedimenti come decreti e bandi è di «disumana difficoltà e con tempistiche inimmaginabili e per nulla condivisibili». Per l’assessore sono «di difficile comprensione, anche in considerazione dell’anzianità e della staticità ultradecennale dei funzionari preposti» gli errori e le difficoltà «che, costantemente, caratterizzano tali provvedimenti, oltre alla constatazione che, a seguito dell’emissione di un provvedimento, insistono un numero di controlli interni ed esterni al dipartimento abnormi, molti di legittimità amministrativa e contabile e qualcuno di merito che, il più delle volte, ovviamente, appare più strumentale che risolutivo». Ora Roccisano si lascia andare a un commento tranchant: «È come se ci si divertisse a creare problemi piuttosto che a risolverli».
ACCREDITAMENTI Non va meglio nei settori Contenzioso (dove esiste il rischio che procedure esecutive e di citazioni in giudizi di merito «possano non essere evase e quindi causare soccombenza a prescindere») e Accreditamento, che «non sembra particolarmente operativo»: «Alcuni soggetti richiedenti l’accreditamento quale sede formativa lamentano, presso la segreteria dell’assessorato, sia una non trasparente gestione, con conseguenti richieste di accesso agli atti, che lo stallo delle verifiche, probabilmente per la carenza di risorse sul capitolo delle missioni del dipartimento». Stessa, desolante, situazione per le sedi decentrate, che versano in uno «stato di abbandono logistico ma anche gestionale».
È un quadro, quello disegnato dall’assessore, che raffigura il ground zero della branca regionale che dovrebbe provvedere allo sviluppo economico della Calabria. Ed è come se Roccisano, accusando Varone, riconoscesse il fallimento della sua esperienza nella Cittadella calabrese.
OMBRE È sempre lei a gettare altre ombre sul dipartimento che dipende dal suo assessorato: infatti sollecita il dg alla «non più procrastinabile» adozione «di uno o più provvedimenti di carattere gestionale e organizzativo, che consentano sia di organizzare il dipartimento secondo principi di legalità, imparzialità, buon andamento, trasparenza, efficienza ed efficacia, sia di tradurre l’attività di indirizzo politico messa in atto dal presidente e dalla giunta regionale».
Già, il governatore Oliverio. Chissà cosa ne pensa lui di questa guerra civile tra un assessore e un dirigente che lui stesso ha messo ai vertici di un settore chiave per le sorti della Calabria. E chissà cosa ne pensa anche il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Sebi Romeo, in passato grande sponsor di Roccisano: soddisfatto del bilancio dei suoi due anni di governo?
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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