REGGIO CALABRIA Finiscono sotto sequestro i beni di Giuseppe Nucera, lo “zio Pino” individuato come capo locale di Gallicianò, frazione del Comune di Condofuri, nonché organico alla cosca Caridi di Reggio Calabria, federata al più potente clan Libri. Un duplice impegno che si spiega con l’ondata migratoria che nei decenni scorsi ha interessato molti degli abitanti di Condofuri e zone limitrofe, approdati a Reggio per mettere radici nella zona di San Giorgio Extra, “regno” dei Caridi-Borghetto- Zindato. A ricostruire la storia criminale di Nucera, oggi colpito da un sequestro emesso dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta avanzata in forma congiunta dal procuratore capo della Dda, Federico Cafiero de Raho e dal direttore della Dia, Nunzio Antonio Ferla, sono diverse sentenze. Dopo una prima condanna per associazione mafiosa rimediata nel 2001 perché individuato come responsabile della riscossione di tangenti della cosca Caridi, Nucera viene nuovamente condannato in abbreviato – in primo grado a 10 anni e in appello a 12 anni e 6 mesi- come capo locale di Gallicianò. Oggi, al termine delle indagini della Dia sul suo patrimonio, che hanno accertato una netta sproporzione tra i redditi dichiarati e investimenti effettuati, risultati di assoluta provenienza illecita, sotto sequestro finiscono 6 unità immobiliari site in Reggio Calabria, contrada Boschicello, e disponibilità finanziarie in corso di quantificazione.
a.c.
x
x